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Economia & Impresa sociale 

Workers buy out, ora anche il governo si impegna a sostenerli

Approvata all'unanimità in Commissione Lavoro la prima risoluzione su questa speciale forma di “salvataggio” delle imprese da parte dei dipendenti. Presentato da una deputata del M5S, il documento impegna il governo a incoraggiare queste start up attraverso forme di decontribuzione e agevolazioni tributarie. E incassa il plauso dell'Alleanza delle Cooperative

di Gabriella Meroni

Decontribuzioni e agevolazioni fiscali, oltre a speciali forme di finanziamento, che sostengano le iniziative di Workers buy out, ovvero l'acquisizione del capitale sociale di un'impresa in crisi da parte dei dipendenti. È questo il contenuto della prima risoluzione votata dal Parlamento su questa speciale forma di “salvataggio” delle imprese da parte dei dipendenti. Il documento è stato presentato in commissione Lavoro alla Camera dalla deputata M5S Tiziana Ciprini, ed è stato approvato all’unanimità. «Con il nostro testo», ha dichiarato l’onorevole, «impegniamo il Governo a incoraggiare le start-up di cooperative provenienti da Workers buy out attraverso forme di decontribuzione e agevolazioni tributarie. Chiediamo poi l'esenzione fiscale per le indennità di mobilità o le somme erogate per la Naspi che vengono reinvestite nelle Wbo. E puntiamo a forme di garanzia pubblica sui finanziamenti erogati dalle banche per incoraggiare l'accesso al credito o sul Tfr reinvestito dal lavoratore». Nella risoluzione viene inoltre sollecitato «un testo unico che semplifichi le norme in tema di costituzione e rapporti con il fisco per queste cooperative».

I Wbo, che nascono già negli anni '80 grazie alla Legge Marcora, consistono nell'acquisizione della maggioranza o della totalità del capitale sociale di un'impresa, generalmente in crisi, da parte degli stessi dipendenti, usando come forma giuridica la società cooperativa e hanno avuto un grande successo anche in Italia: basti pensare che tra il 2007 e il 2013 si è passati da 81 a 122 Wbo attivi, con importanti risultati in termini di salvataggio di posti di lavoro e risparmi per lo Stato sulla spesa in ammortizzatori sociali. «La sfida», si legge in una nota del Movimento 5 Stelle, «è adesso renderli solidi e duraturi, evitando che rappresentino soltanto una soluzione tampone che ritarda di qualche anno i licenziamenti».

Il provvedimento approvato alla Camera incontra anche il plauso dell’ dell’Alleanza Cooperative Italiane, che per bocca del presidente Maurizio Gardini definisce i workers buy out «uno strumento importante, perché permettono di salvare occupazione e reddito rendendo protagonisti i lavoratori. Rappresentano il segno tangibile di quello che la cooperazione permette di realizzare in risposta a situazioni di crisi». L’Alleanza chiede dunque di rafforzare questo strumento e accoglie «con favore la risoluzione unificata sui Workers Buy Out proposta da Tiziana Ciprini in Commissione Lavoro», che tra l’altro ricalca una proposta analoga presentata dall’Alleanza delle Cooperative al ministero dello Sviluppo Economico.


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