Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Oasi di Astroni a fuoco, «ma non ci arrendiamo»

Parla Fabrizio Canonico, direttore della riserva naturale che ieri pomeriggio con una ventina di operatori del WWF si è trovato circondato dalle fiamme. Gli incendi hanno colpito oltre la metà dell'area distruggendo il sottobosco «Se questo era un messaggio per farci andare via, hanno fallito perché non ci fermeremo»

di Antonietta Nembri

«Se questo era un messaggio per farci andare via, hanno fallito perché non ci fermeremo. Noi siamo qui e anzi, aumenteremo la nostra presenza», ha la voce decisa Fabrizio Canonaco, direttore dell’Oasi WWF degli Astroni, la riserva naturale colpita dalle fiamme e che ieri, martedì 18 luglio, ha vissuto uno dei momenti più difficili. La Campania e le pendici del Vesuvio, come altre zone d’Italia sono sotto attacco dei piromani che nella loro opera di distruzione del patrimonio naturale del nostro Paese sono aiutati dal clima secco e dal caldo torrido di questo periodo.

«Oggi la situazione è migliorata» racconta Canonico. «Sono in azione un canadair e un elicottero della forestale, per tutta la notte abbiamo avuto anche la presenza dei Vigili del fuoco che si sono occupati dello spegnimento a terra». Due le squadre che anno agito nella notte tra martedì e mercoledì, con i Vigili del fuoco anche una squadra della città metropolitana di Napoli (l’oasi del WWF, infatti, è tra i comuni di Napoli e Pozzuoli). «Purtroppo l’incendio non è spento, i focolai attivi sono sempre tre, due sono sotto controllo, mentre sul terzo è attivo l’elicottero della forestale», precisa Canonico.

Nel pomeriggio di ieri il direttore della riserva naturale e una ventina di operatori del WWF se la sono vista brutta, dal momento che al sesto giorno di incendi le fiamme aveva in pratica tagliato le vie di fuga circondando l’Oasi. Una situazione estremamente preoccupante perché le fiamme non solo avevano divorato più della metà dell’oasi ma stavano mettono in pericolo anche l’incolumità delle persone presenti sul posto. «Da giorni siamo preoccupati per il rogo che sta distruggendo l’oasi di Astroni e chiediamo mezzi adeguati per spegnere un incendio sviluppatosi in un luogo dalle caratteristiche geomorfologiche molto difficili», aveva dichiarato nel tardo pomeriggio di martedì la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi. «Adesso più che mai bisogna fare presto: la priorità è mettere in salvo le persone con un intervento risolutivo».

Il fuoco ha percorso il 65% dell’Oasi, distruggendo il sottobosco «10 ettari di alberi sono andati completamente perduti, per fortuna la maggior parte delle piante al momento non hanno subito danni, ma il sottobosco purtroppo è andato perduto», constata amareggiato Canonaco.

L’Oasi del Cratere degli Astroni (un vulcano spento dell’area dei campi Flegrei). Prima degli incendi era un’area ricca di biodiversità e verde. «Se le cose non peggiorano vedremo i primi segni di ripresa del sottobosco nella prossima primavera. Se pioverà». Ma c’è la certezza: Canonico e gli altri operatori del WWF non si arrendono al fuoco e a chi vuol distruggere il patrimonio verde di queste terre.

Nell'immagine un canadair all'opera


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA