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La Conferenza della Famiglia per chi non c’era

Ecco passo a passo la cronaca della seconda e ultima giornata di lavoro della Conferenza della Famiglia. Padoan: «in legge di bilancio 50 milioni in più per politiche di crescita inclusiva». Boschi: «la famiglia è un giardino da coltivare più che un museo da spolverare. Investire sulla famiglia è necessario e urgente». De Palo: «a parole siamo tutti d’accordo ma siamo profondamente rattristati dal fatto che c’è sempre qualcosa che viene prima della famiglia»

di Sara De Carli

Ore 9,30. Poche telecamere in fondo alla sala, la sottosegretaria Maria Elena Boschi e la ministra Valeria Fedeli sono sedute in prima fila sin dall’inizio dei lavori. Giovani in platea non ce ne sono quasi. C'è una sola donna in dolce attesa, per esempio. La seconda giornata della Conferenza della Famiglia si è aperta con la restituzione di quanto discusso ieri pomeriggio nei lavori di gruppo.

Gruppo di lavoro 1
Centralità delle famiglie come risorse sociali e educative
Rapporteur Ilaria Marzi

Ha individuato due macro obiettivi: il rafforzamento delle famiglie fragili, estendendo a 360 gradi la visione delle fragilità (con disabilità, cura anziani, figli piccoli, perdita genitore, separazione…) e del soggetto famiglia (ci sono tante famiglie, tante vulnerabilità, tanti bisogni) e il rafforzamento del ruolo e della responsabilità (responsabilizzazione) delle famiglie lungo tutto il ciclo di vita, che significa uscire dalla logica assistenzialistica per un rafforzamento del partenariato fra pubblico e privato. Fondamentale introdurre la Valutazione di Impatto Famigliare (VIF) per valutare l’impatto di tutte le norme sulla vita delle persone e delle famiglie. «Per costruire politiche sociali efficaci ed efficienti occorre un sistema informativo integrato e unitario sulle prestazioni alle famiglia, che le risorse vadano a servizi strutturati e stabili, che si esca dalle sperimentazioni per avere la stabilizzazione dei servizi», ha detto Marzi, «serve una visione centralizzata, non più interventi spot ma un quadro d’insieme».

Gruppo di lavoro 2
Crisi demografica e rapporto fra il quadro nazionale e le tendenze internazionali
Rapporteur Fernanda Ballardin

La situazione demografica è nota (vedi intervista con Alessandro Rosina) e l’insufficiente rapporto fra vecchi e giovani che si va delineando avrà come conseguenza il fatto che i secondi non potranno accudire i primi, che andranno integralmente a carico dei servizi sociali. Fra le cause della bassa natalità italiani ci sono motivi economici ma non sono solo, anche di natura culturale. «La maternità è una scelta ma la piena libertà di scelta implica anche la libertà di diventare madre», ha detto Fernanda Ballardin, suscitando l’applauso della platea. Tra le proposte: più servizi alla prima infanzia, con sostegni ai costi delle rette; un intervento fiscale; servizi per le famiglie adottive e chi che hanno in affido un minore; investimento sul segmento 0-6 anni come unico segmento educativo. «Il figlio spesso è considerato un bene privato e non un bene per lo Stato e società, sarebbe opportuno socializzare il bene del figlio».

Gruppo di lavoro 3
L’evoluzione della famiglia fra diritto e società
Rapporteur Marta Giovannini

Parlare di famiglia è parlare delle persone che la compongono, al centro ci sono le persone. È questo il fil rouge che guida l’evoluzione degli aspetti legislativi sulla famiglia, di cui un tassello importantissimo è stato il passaggio da potestà genitoriale e responsabilità genitoriale, per dire che i genitori non titolari di diritti sui figli ma soggetti di obblighi nei confronti del minore. «Il legislatore nel 1975 era agevolato dal fatto di potersi riferire a una società tutto sommato omogena, oggi invece siamo in una società pluralistica, con un difficile equilibrio tra mos e ius, dove nessuno può prevalere sull’altro. Da qui deriva la difficoltà a dare una definizione di famiglia, per questo preferiamo parlare di famiglie perché la famiglia oggi è dove è un figlio», ha detto Marta Giovannini. Per quanto riguarda le proposte concrete, c’è quella di potenziare la mediazione famigliare, strumento più adatto di un processo a dirimere le questioni famigliari: la norma esiste ma è sostanzialmente inapplicata. Un suggerimento è quello di introdurre lo status unico di figlio al momento della nascita, perché ancora oggi il riconoscimento di un figlio nato al di fuori dal matrimonio richiede un atto volontario sia della madre sia del padre.

Gruppo di lavoro 4
Conciliazione famiglia-lavoro e nuove politiche di welfare
Rapporteur Gina Pedroni

«Non si taglia sul welfare in tempi di crisi, questi sono investimenti a lungo termine», ha detto Gina Pedroni. Fra gli strumenti suggeriti, un «casellario dell’assistenza» che contenga tutte le informazioni sui sostegni ricevuti ´«sarebbe strumento meraviglioso anche per i giudici, per valutare quanto c’è di responsabilità genitoriale e quanto di mancanza dei servizi», ha chiosato Simonetta Matone, presidente dell’Osservatorio sulla Famiglia), un budget personalizzato in cui confluiscano tutte l risorse (come previsto dalla legge sul dopo di noi), una legge quadro sul prendersi cura, con un riconoscimento almeno giuridico per i caregiver, un tavolo permanente della non autosufficienza. «Non si può pensare di partire dalle risorse per identificare le prestazioni», ha affermato Pedroni. Per i minori non accompagnati il tavolo ha chiesto il riconoscimento precoce dei titoli di studio, per costruire di attivare percorsi lavorativi precoci: «arrivano a 17 anni, non possiamo mandarli alle medie». Serve un «modello di accoglienza multirisposte, con progetti diversi a seconda della storie personali e rimborsare rapidamente ai Comuni le spese effettivamente sostenute, altrimenti i Comuni devono utilizzare per i MNA i fondi destinati alle famiglie con minori e diventa una guerra fra poveri».

Gruppo di lavoro 5
Proposte e prospettive per un fisco a sostegno delle famiglie
Rapporteur Silvio Magliano

La famiglia non è considerata come soggetto fiscale e questo crea distorsioni. Nell’anno di lavoro dell’Osservatorio sono arrivate quattro proposte: il Fattore Famiglia, il NAFU (nuovo assegno famigliare universale), la riforma della Tari, l’esenzione dal ticket sanitario. «Ci siamo concentrati sulle prime due. Il Fattore Famiglia prevede una no tax area mobile e crescente a seconda della numerosità del nucleo, mantiene la progressività dell’imposta sull’area di reddito eccedente la no tax area e magari si potrebbe introdurre una aliquota aggiuntiva per i redditi molto alti. Nella discussione di ieri è arrivata la proposta di modificare il ReI mettendo dei coefficienti che si rifanno al fattore famiglia: oggi il ReI si ferma a 5 componenti, le famiglie con più componenti non sono considerate, questa è un’ipotesi che può esser presa in considerazione subito». Al Governo «chiediamo di intervenire subito, quanto prima, ma di sicuro non possiamo pensare che prossima legislatura non prenda in considerazione un cambio di mentalità sul fisco partendo dal Fattore Famiglia. Ricordiamo che sono i figli che garantiranno le pensioni a chi oggi non vede di buon occhio questi interventi», ha chiuso Magliano fra un lungo applauso del pubblico (l’altro applauso convinto e trasversale andrà a Enzo Bianco, sindaco di Catania, quando parlerà di come la sua città «non si è tirata indietro rispetto all’accoglienza», anche quando c’è stato da «requisire palazzetti dello sport» per metterci i migranti, anche quando «siamo stati lasciati soli»).

Ore 11. Le telecamere e i microfoni si moltiplicano. Con qualche fatica le hostess di sala rimettono tutti seduti, senza pausa se non quella per cambiare i cavalieri sul tavolo. Inizia la tavola rotonda con il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, la ministra dell’istruzione Valeria Fedeli, Stefano Bonaccini presidente della Conferenza delle Regioni e Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale ANCI.

Il ministro Padoan ha aperto dicendo che «il compito di una legge di bilancio non è tanto far rispettare i vincoli ma usare al meglio ciò che c’è dentro i vincoli, usare al meglio le risorse disponibili. La situazione italiana per la prossima legge di bilancio non è facile, a uso di solito il termine del “sentiero stretto”, fra risorse limitate e la necessitò di sostenere la crescita e l’inclusione, un sentiero stretto che nei prossimi anni sarà allargato e quindi sarà più facile trovare risorse. Alcune cose sono state fatte, la valutazione di cosa fare non può prescindere da ciò che è stato fatto». In sostanza nella prossima legge di bilancio ci sono risorse per disinnescare le clausole di salvaguardia e quindi evitare l’aumento dell’Iva più delle risorse limitate per misure per la «crescita inclusiva», destinate in particolare alla crescita dell’occupazione e per rafforzare il Piano contro la Povertà. «Nel 2017 sono stati stanziati 5 miliardi e 50 milioni complessivamente per la famiglie e per politiche di inclusione sociale, che nel 2018 saliranno a 5 miliardi e 100 milioni».

La ministra Valeria Fedeli ha sottolineato che «dentro famiglia ci si mette il valore delle persone, mi è piaciuto molto, a partire dai bambini. Al titolo di questa conferenza – più forte è la famiglia, più forte è il Paese – vorrei aggiungere, prima, che più c’è rispetto delle persone che compongono le famiglie, più forti sono le famiglie e più forte è il Paese: penso alla violenza sulle donne e alla violenza assistita… Perché questa premessa? Perché da quando sono al Miur il patto di corresponsabilità educativa fra la scuola e la famiglia è il punto centrale di governo di questa complessità, nell’ottica di una ricostruzione di fiducia oltre che di funzione».

Nel 2017 sono stati stanziati 5 miliardi e 50 milioni complessivamente per la famiglie e per politiche di inclusione sociale, che nel 2018 saliranno a 5 miliardi e 100 milioni

Pier Carlo Padoan

La sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, che mercoledì mattina aveva incontrato le associazioni delle famiglie arcobaleno, ha chiuso la conferenza parafrasando San Giovanni XXIII: la famiglia «è un giardino da coltivare più che un museo da spolverare». Ha ricordato quanto già è stato fatto: la legge sul dopo di noi e le sue risorse, il Fondo Non Autosufficienza «che era a zero e oggi ha 450 milioni annui 500 grazie al contributo recente delle Regioni», il bonus bebè, il voucher asili nido, i 100 milioni per nuovi asili nido ora nelle mani delle Regioni, le misure per sostenere le giovani coppie nei mutui. «Spero possa essere rinnovata la misura per l’acquisto del mobili che è stata sicuramente di sostegno alle giovani coppie, è difficile dire che non siano misure anche per la famiglia». E ancora «il ReI che crescerà nelle risorse, penso sia comprensibile che quando non puoi arrivare a tutti parti da quelli che hanno più bisogno. Noi dobbiamo creare innanzitutto le condizioni affinché la povertà non sia ereditaria, che chi oggi è in povertà non la trasmetta ai figli». Dobbiamo «prendere atto della realtà che cambia, tener conto che la giurisprudenza va avanti più velocemente del legislatore», è stato positivo «l’aver parlato di tutto e con tutti». Rispetto alle proposte concrete, «alcuni segnali possiamo darli, non ci sfugge l’ipotesi del REI per famiglie con più di 5 componenti, so anche di proposte per l’innalzamento delle detrazioni per i figli a carico, ma riforma più ampie come il Fattore Famiglia sono prospettive che riguardano necessariamente la prossima legislatura, dobbiamo dividere un primo tempo e un secondo tempo», ha detto la sottosegretaria Boschi. Che come esponente del PD ha detto «ci assumiamo la responsabilità di proseguire questo lavoro nei cinque anni successivi, ma sono riforme sostanziali che necessitano di tempo e condizioni diverse da quelle di oggi: tuttavia non possiamo sottrarci. Investire sulla famiglia è necessario e urgente».

Alcuni segnali possiamo darli, non ci sfugge l’ipotesi del REI per famiglie con più di 5 componenti, ma riforma più ampie come il Fattore Famiglia riguardano necessariamente la prossima legislatura

Maria Elena Boschi

Ore 15,30. A Conferenza chiusa, Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni Famigliari, commenta così la due giorni: «A parole siamo tutti d’accordo, tutti ritengono la famiglia una risorse insostituibile per il Paese, tutti sono convinti che il problema del crollo della natalità non è più procrastinabile, tutti sono convinti che vada fatta una riforma fiscale che metta al centro le famiglie. Anche il Governo lo ha più volte ripetuto. Tuttavia siamo profondamente rattristati dal fatto che c’è sempre qualcosa che viene prima della famiglia e che non si riesca mai a trovare le risorse per permettere agli italiani che mettono al mondo un figlio di vivere anziché sopravvivere». E continua: «Come possiamo credere a chi ci promette riforme strutturali nella prossima legislatura se non è in grado di dare un segnale già nella prossima legge di stabilità? Siamo arrivati a un punto di non ritorno».


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