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Commercio equo, nel mondo vendite per 7,8 miliardi di euro

Il nuovo rapporto annuale di Fairtrade International segnala un'interessante crescita per i principali prodotti certificati come caffè, cacao, zucchero, banane, the, fiori e piante. Per lo sviluppo alle comunità di Asia, Africa e America Latina sono arrivati 150 milioni di euro

di Antonietta Nembri

Nel 2016 le vendite mondiali di prodotti certificati Fairtrade hanno raggiunto 7,88 miliardi di euro. Si registra anche una crescita per i principali prodotti con il cacao che segna un +34%, in crescita anche zucchero +7%, caffè +3% mentre banane, the, fiori e piante segnano un +5% ciascuno. Nel nuovo rapporto annuale di Fairtrade International “Creating Innovations, Scaling Up Impact” si segnala anche che dall’altra parte del mondo produttori e lavoratori del network hanno ricevuto 150 milioni di euro di Premio Fairtrade. Si tratta di una somma di denaro aggiuntiva rispetto al prezzo Fairtrade assicurato dalla certificazione. Fondi che servono per avviare progetti sociali, ambientali, di miglioramento della produttività. In una nota si sottolinea come i benefici raggiungano “1,6 milioni di piccoli agricoltori e lavoratori di Asia, Africa e America Latina, raggruppati in 1.141 organizzazioni di 73 Paesi”. Nel nostro Paese, ricorda una nota di Fairtrade Italia, sono oltre 750 i prodotti certificati, mentre il valore del venduto è di 110 milioni di euro.

«Nel 2016 abbiamo adottato una nuova strategia globale e avviato un ambizioso piano di crescita» dichiara Dario Soto Abril, Ceo di Fairtrade International. «La grande sfida che ci proponiamo ora è quella di riuscire a migliorare in modo significativo i salari dei lavoratori entro il 2020».
A vent’anni dalla sua nascita, il sistema internazionale di certificazione del commercio equo continua a lavorare nell’interesse delle comunità dei Paesi in via di sviluppo, offrendo nuove opportunità commerciali agli agricoltori e aiutando i lavoratori stipendiati ad ottenere un salario migliore.

Dalla sua origine Fairtrade si concentra sulla necessità per produttori agricoli e lavoratori di vendere ad un prezzo più equo, tale da coprire i costi medi di una produzione sostenibile. In parallelo si impegna a operare una svolta affiancando i lavoratori dipendenti affinché siano in grado di negoziare salari migliori e aiutando i produttori ad ottenere un reddito adeguato al proprio sostentamento. Nel corso del 2016, nell’ambito delle strategie per il calcolo di un valore di riferimento per il salario dignitoso, sono state eseguite delle ricerche finalizzate a determinare un valore minimo di riferimento per consentire una dignitosa qualità di vita ai lavoratori dipendenti.

«Fairtrade si sta impegnando a cambiare lo scenario del commercio sostenibile», afferma Soto Abril. «Stiamo traendo benefici dal successo degli ultimi 20 anni. Siamo ottimisti per quello che ci riserverà il futuro», conclude.
Nell’ultimo anno, coinvolgendo numerosi stakeholder, è stato intrapreso lo studio di un progetto finalizzato ad ampliare le opportunità commerciali per le aziende che intendono soddisfare la crescente domanda di prodotti sostenibili. A partire dal 2018, inoltre dei nuovi servizi, complementari al lavoro con il Marchio di Certificazione Fairtrade, offriranno ai partner commerciali nuove chance di business attraverso partnership di lunga durata.

Sempre in quest’ultimo anno è stata rivolta una particolare attenzione a temi quali: l’uguaglianza di genere, la lotta al lavoro minorile, il cambiamento climatico e la tutela dei diritti dei lavoratori, che sono stati affrontati attraverso una serie di iniziative di formazione sul campo e con programmi di supporto per le cooperative di produttori, come ad esempio il progetto “Women’s School of Leadership” per le produttrici di cacao in Costa d’ Avorio e il progetto “Youth-Inclusive Community-Based Monitoring and Remediation (YICBMR)” sviluppato in nove Paesi per contrastare il lavoro minorile e quello forzato.

Immagini: © Roger van Zaal / Archivio Fairtrade


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