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Cooperazione & Relazioni internazionali

Crescono i reati di solidarietà in Europa

Un clima di criminalizzazione crescente nei confronti di Ong e volontari, in cui le leggi contro il traffico di esseri umani vengono sempre di più applicate anche contro chi offre assistenza e aiuti umanitari ai migranti in mare e sulla terraferma. È il quadro che emerge dall’ultimo rapporto dell’ organizzazione londinese Institute of Race Relations

di Ottavia Spaggiari

Volontari multati, arrestati o intimiditi mentre distribuiscono cibo, acqua e forniscono assistenza ai migranti in strada e nei campi informali, cercando così di riempire il vuoto lasciato dalle istituzioni. È una criminalizzazione del lavoro umanitario che va ben oltre la campagna anti-Ong nel Mediterraneo, quella denunciata dall’organizzazione londinese Institute of Race Relations (IRR) che nel suo ultimo rapporto Humanitarianism: the unacceptable face of solidarity ha analizzato il lavoro delle Ong e dei volontari impegnati nell’assistenza ai migranti sia in mare che nei territori di confine e costretti ad operare in un clima politico e legale sempre più ostile. Secondo l’Istituto, infatti, accade sempre più spesso che, proprio per scoraggiare gli aiuti, chi si impegna ad offrire assistenza ai migranti viene trattato alla pari di un trafficante di esseri umani.

«Lo spazio dell’azione umanitaria si sta restringendo all’interno di una cultura politica in cui le differenze tra “noi” e “loro” cerca di assicurare che la solidarietà umana finisca alle porte d’Europa», si legge nella presentazione del report. «La retorica dei politici europei e Frontex, la loro autorità di frontiera, rischiano di alimentare l’estremismo di estrema destra», ha dichiarato l’IRR che ha anche scritto alla Commissione Europea chiedendo di riaffermare il sostegno ai valori che stanno alla base del lavoro umanitario.

La ricerca durata sei mesi, infatti, comprende l’analisi di 25 casi studio in cui 45 soggetti diversi, impegnati in operazioni umanitarie, sono stati accusati di aver infranto le leggi relative al traffico degli esseri umani e all’immigrazione, da settembre 2015 a oggi. Tra questi, a Calais, l’arresto, a marzo di quest’anno, dei volontari dell’Ong Roya Citoyenne, mentre cercavano di distribuire cibo ai migranti e gli ostacoli ricorrenti messi in atto dalle autorità a chi cercava di offrire sostegno ai profughi, ma anche l’esperienza di chi ha nascosto in auto persone per aiutarle ad attraversare la frontiera, come l’ex soldato britannico che, seguendo la richiesta del papà di una bimba afgana di 4 anni, l’ aveva caricata in macchina per portarla via dalla baraccopoli, da alcuni parenti a Leeds.

Il report analizza anche come, dalla riduzione delle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, dopo la sospensione della missione umanitaria portata avanti dalla Marina militare italiana, Mare Nostrum, «i ministri dell’Interno europei e rappresentanti dei vertici di Frontex abbiano fatto di tutto per attaccare verbalmente, indebolire legalmente e isolare politicamente le Ong che si occupano di ricerca e soccorso nel Mediterraneo», arrivando ad accusare diverse organizzazioni attive in mare di collaborare con i trafficanti di esseri umani. Il report descrive quelli di Frontex come «tentativi prepotenti e di delegittimizzazione» delle missioni delle Ong. Ricordate nel rapporto per essersi unite al coro anti-Ong con più forza, anche il Ministro degli Interni austriaco Wolfgang Sobotka, che ha chiesto delle sanzioni legali per gli operatori in mare e il Ministro degli Interni tedesco Thomas de Maizière, che ha dichiarato come le imbarcazioni delle Ong nascondono le loro posizioni dalla Guardia costiera, ma inviano poi dei segnali alle barche cariche di profughi, accuse che, oltre ad essere sempre state negate dalle organizzazioni, non sono nemmeno mai state provate.

«In tutto il continente, le leggi penali mirate a colpire i gruppi organizzati di trafficanti e chi sfrutta il traffico per profitto sono distorte e le maglie giuridiche tirate al massimo per adattarsi ad un’agenda anti-umanitaria e anti-rifugiati», ha dichiarato il vice-presidente dell’IRR, l’avvocato Frances Webber. Secondo l’IRR, questo panorama politico ricopre un ruolo chiave nel rafforzare i movimenti di estrema destra. «Non c’è dubbio che la spada di Damocle delle accuse nei confronti delle Ong e le denunce dei politici europei abbiano amplificato i messaggi di estrema destra», ha affermato la direttrice dell’IRR, Liz Fekete.

L’Istituto ha inviato una lettera alla Commissione Europea, chiedendo di riaffermare i valori umanitari e proteggere dalla criminalizzazione chi è impegnato nell’offrire assistenza ai profughi. Se l’Europa non è in grado di garantire la sicurezza a volontari e Ong rischia di perdere i principi stessi su cui l’Unione è fondata.

«I principi umanitari sono stati codificati nelle Convenzioni di Ginevra, nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e nella Convenzione Europea sui Diritti Umani», si ricorda nell’introduzione al rapporto, «ma ormai è in dubbio se l’Europa di oggi rispetti e sostenga quella tradizione umanitaria, in terra e in mare».


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