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L’Alternanza in una coop sociale: qui si cresce davvero

Gli studenti del Collegio della Guastalla, in partenariato con la Cooperativa L’Iride di Monza, stanno predisponendo il Bilancio Sociale della coop e il business plan di una start up che vuole favorire l’inserimento di lavoratori con disabilità psichiche all’interno dell’industria manifatturiera brianzola

di Redazione

Preparare il bilancio sociale 2017 di una cooperativa e sviluppare il business plan di una start up innovativa, "Il Bosco Sociale" che – unica in Lombardia – vuole favorire l’inserimento di lavoratori con disabilità psichiche all’interno dell’industria manifatturiera brianzola, nel settore della meccanica. Lo stanno facendo in Alternanza Scuola Lavoro i ragazzi di quinta dell’Istituto Tecnico Economico del Collegio della Guastalla, in partenariato con la Cooperativa L’Iride di Monza.

A partire dalla metà di ottobre, per sette mesi, i ragazzi lavoreranno ai due progetti, divisi in due gruppi, interagendo e collaborando sia con figure aziendali che abitualmente svolgono le funzioni di progettazione e sviluppo sia con il personale, normodotato e diversamente abile della Cooperativa L’Iride. Dal punto di vista operativo, la collaborazione tra il Guastalla e la Onlus si traduce nell’impegno di alcune ore settimanali, alcune in classe e alcune presso la sede della Cooperativa, una modalità che consente ai ragazzi di applicare nella pratica quanto studiato durante le ore di scuola, di vivere un’esperienza aziendale che coniuga gli aspetti attinenti alla sfera economica e gestionale con quelli non profit legati all’utilità sociale, alla creazione di valore condiviso e di accrescere la loro sensibilità sociale.

«I nostri studenti avranno modo sicuramente di crescere dal punto di vista lavorativo», spiega Anna Maria Ferrari, preside delle Scuole superiori di II grado del Collegio della Guastalla: «ma ciò che ci ha indotti a proporlo ai ragazzi è innanzitutto la forte coerenza del progetto con i nostri obiettivi di formazione della persona. Fin da subito c’è stata molta sintonia con la Onlus, che nella persona dell’amministratore delegato Enrico Novara ha progettato insieme a noi i contenuti, i tempi e i metodi. Il nostro intento non è assolvere un obbligo, ma permettere ai ragazzi di rendersi conto dell’ampiezza che può essere il lavoro e di quali risorse possono essere le persone».


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