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Centro Astalli: alle frontiere europee una grave emergenza umanitaria

Alle frontiere dell’Unione Europea, e a volte anche in quelle interne degli Stati, “c’è una vera e propria emergenza dal punto di vista della tutela dei diritti umani”. È una delle conclusioni della ricerca “Dimenticati ai confini d'Europa” presentata oggi a Roma dal Centro Astalli e realizzata in collaborazione con il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Europa (JRS Europe)

di Redazione

Alle frontiere dell’Unione Europea, e a volte anche in quelle interne degli Stati, “c’è una vera e propria emergenza dal punto di vista della tutela dei diritti umani”. E’ una delle conclusioni della ricerca “Dimenticati ai confini d'Europa” (in allegato a fondo pagina). Il difficile accesso alla protezione alla frontiere esterne dell’Ue” presentata oggi a Roma dal Centro Astalli e realizzata in collaborazione con il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Europa (JRS Europe) e l’Istituto di formazione politica Pedro Arrupe di Palermo. Attraverso117 interviste qualitative realizzate nell’enclave spagnola di Melilla, in Sicilia, a Malta, in Grecia, in Romania, in Croazia e in Serbia, il report racconta l’esperienza dei migranti forzati che sono riusciti ad arrivare in Europa negli ultimi tre anni.

Ai nostri confini arrivano già stremati da viaggi pericolosissimi

Dalla ricerca, spiega la curatrice della versione italiana Chiara Peri, “risulta chiaro il nesso tra quello che hanno vissuto i migranti e le politiche europee che i governi hanno adottato”. Emerge chiaramente che il momento dell’ingresso in Europa, sia via mare, sia attraverso una foresta, “non è che un frammento di un viaggio molto più lungo ed estremamente traumatico”. Sulle pericolose rotte che dall’Africa occidentale e orientale portano fino alla Libia, “le donne sono spesso vittime di abusi sessuali o costrette a prostituirsi per pagare i trafficanti”. E L’assenza di vie legali di accesso per le persone bisognose di protezione, chiarisce padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, che “le costringe ad affidarsi ai trafficanti su rotte che si fanno sempre più lunghe e pericolose. I tentativi dell’UE e degli Stati Membri di chiudere le principali rotte non proteggono la vita delle persone, come a volte si sostiene, ma nella maggior parte dei casi riescono a far sì che la loro sofferenza abbia sempre meno testimoni”.

Ridotti gli arrivi ma non le vittime tra chi cerca di entrare

“Le nuove politiche europee per gestire il fenomeno migrazioni – interviene Padre Jose Ignacio Garcia, direttore del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Europa – non stanno avendo nessun impatto. O meglio sono riuscite a far sì che i numeri degli arrivi via mare in Italia e in Grecia si siano ridotti, ma hanno chiaramente fallito, e continuano a fallire, nel loro obiettivo di migliorare la situazione di tante persone in cerca di protezione, che continuano ad essere dimenticati ai confini d'Europa". Infatti se negli ultimi 3 anni gli arrivi di migranti forzati, in Italia e in Europa, sono calati considerevolmente, le statistiche ci dicono anche “che il numero delle vittime dei viaggi verso l’Europa non è diminuito in modo proporzionale e che dunque l’obiettivo di salvare vite umane non può dirsi raggiunto”.

Servono vie legali di accesso per chi ha bisogno di protezione

Il Presidente del Centro Astalli esprime preoccupazione anche per le crescenti difficoltà di accesso alla protezione in Italia. “In un momento in cui molti migranti restano intrappolati in Libia in condizioni disumane e il soccorso in mare è meno efficace rispetto al passato – ricorda padre Ripamonti – il nostro Paese ha scelto di adottare nuove misure che rendono più difficile la presentazione della domanda di asilo in frontiera, introducono il trattenimento ai fini dell’identificazione, abbassano gli standard dei centri di prima accoglienza”.

Rispettare la dignità della persona migrante

Quando le politiche, nazionali ed europee, spingono le persone ai margini, conclude amaro padre Camillo “è più facile che i leader e I cittadini europei perdano di vista il fatto che i migranti sono persone, che continuano a conservare la speranza anche in situazioni molto difficili e hanno in ogni circostanza diritto ad essere rispettati nella loro dignità”.

da Vatican news il13 novembre 2018


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