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Politica & Istituzioni

Nuova fiscalità per il non profit, quel ritardo nell’invio a Bruxelles

I decreti attuativi della riforma del Terzo settore non sono stati ancora inviati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali alla Commissione europea. È un passaggio importante, perché la Commissione deve verificarne la compatibilità con la disciplina degli aiuti di Stato nel mercato unico. Un'interrogazione del senatore Patriarca

di Redazione

Sono trascorsi quasi due anni dall'entrata in vigore del codice che ha riscritto le regole fiscali per gli enti non profit (di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117), ma i decreti attuativi della riforma non sono stati ancora inviati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali alla Commissione europea. È un passaggio importante, perché la Commissione deve verificarne la compatibilità con la disciplina degli aiuti di Stato nel mercato unico. La procedura con la UE può durare mesi e di conseguenza i tempi per la piena operatività della riforma rischiano di allungarsi. Fra l’altro, i nuovi regimi fiscali entreranno in vigore l'anno successivo a quello del via libera di Bruxelles ed è quindi evidente che, anche se l'autorizzazione dovesse arrivare entro il 2019, le nuove regole non si applicherebbero prima del 2020.

Ecco quindi la necessità che questo invio alla Commissione si faccia il prima possibile. Lo chiede un’interrogazione a risposta orale al Ministro Luigi Di Maio il senatore Edoardo Patriarca, capogruppo Pd in commissione Lavoro, che chiede di sapere «quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare per favorire la piena attuazione della riforma del codice del terzo settore, considerato che ad attendere l'operatività della riforma ci sono oltre 336.000 enti non profit, fra i quali 27.000 onlus che, in questi mesi, stanno modificando i loro statuti per adeguarli alla nuova disciplina».

Foto Pixaby


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