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Coronavirus, Pregliasco: «L’aumento del rischio? Una normale prassi burocratica»

Per il virologo dell’Università degli Studi di Milano e presidente nazionale Anpas la scelta dell'Organizzazione Mondiale della Sanità «sta nell'ordine delle cose. Certamente si è capito che è più aggressivo di quanto si immaginasse. Ma rimane un atto dovuto che più che altro serve agli Stati per limitare gli spostamenti delle persone. Non c'è motivo di andare nel panico»

di Lorenzo Maria Alvaro

L'Organizzazione mondiale della sanità si corregge. La minaccia che l'epidemia di coronavirus scoppiata in Cina pone al resto mondo non è "moderata", come aveva scritto in cinque rapporti, bensì "elevata". Un "errore di formulazione", così lo ha definito, emendato nella sesta e più recente relazione sul contagio, diffusa ieri. Una scelta che ha creato molta agitazione.

«Non c'è motivo di alimentare paure», sottolinea Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e presidente nazionale Anpas. L'esperto non nega che «certamente rispetto alle prime analisi si è capito che il Coronavirus è più aggressivo di quello che si pensava e quindi più contagioso. C'è anche il sospetto che esistano portatori sani che quindi aggirano i controlli e i filtri non avendo sintomi. Ma il motivo della decisione dell'Oms non è tanto relativa alla gravità della situazione quanto a un normale iter burocratico».

Infatti Pregliasco sottolinea come «mi aspettassi questo cambio di allert. Il vero motivo per cui viene fatta una scelta del genere è più per permettere agli Stati di poter prendere misure più efficaci nell'affrontare l'emergenza. Con questa allerta “alta” e non più “moderata” infatti la limitazione degli spostamenti delle persone è più facile e rapida».

Non cambia nulla dunque? «No, rispetto a prima le cose non cambiano e neanche la chiave di lettura. Siamo sicuramente davanti ad un'emergenza seria, da non sottovalutare, ma che possiamo e stiamo tranquillamente gestendo. Un'emergenza per altro che abbiamo individuato e affrontato al suo insorgere, quindi con grandissima tempestività. Non c'è alcun motivo per andare nel panico o alimentare psicosi. L'Italia è sicura e nel pieno controllo della situazione».


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