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Bergoglio e quella nonna testimone del futuro

Il papa in queste settimane sta distribuendo un’immagine di una anziana fedele incontrata lo scorso anno durante il viaggio in Romania. L’aveva fermato per fargli benedire il nipotino. E il suo sorriso l’ha conquistato

di Giuseppe Frangi

Papa Francesco ha una predilezione particolare per i nonni. A partire dai suoi nonni paterni Giovanni e Rosa che nel 1928 emigrarono via nave dal Piemonte nativo in Argentina. E con loro c’era anche il giovane figlio Mario, che sarebbe diventato di lì a pochi anni il papà di Bergoglio. L’ultimo episodio di questa sua speciale predilezione è qualcosa davvero di insolito: un’immaginetta, che il papa sta distribuendo in questi giorni a tutti quelli che incontra, di una nonna con il nipotino in braccio, incontrata durante il suo viaggio in Romania nel giugno 2019. L’ha voluta fortemente, al punto di prendere l’iniziativa saltando tutti gli intermediari: come ha rivelato Vatican Insider, ad agosto nella Roma deserta era sceso nel punto vendita della Libreria editrice vaticana, commissionando la stampa dell’immaginetta, con la foto della nonna rumena che protendeva suo nipote per farlo benedire dal papa. Nel discorso tenuto poco dopo Bergoglio aveva raccontato questo episodio confessando quanto lo avesse colpito lo sguardo di quella nonna. Così ha fatto stampare il passaggio di quel discorso sul retro del cartoncino. «Quando sono passato me lo ha fatto vedere. Sorrideva, e sorrideva con un sorriso di complicità, come dicendomi: “Guardi, adesso io posso sognare!”. Sul momento mi sono emozionato e non ho avuto il coraggio di andare e portarla qui davanti».

In genere si guarda ai nonni come commoventi testimoni di un passato che ci riguarda sempre meno; come “scarti” di un mondo ansioso di stare al passo dei tempi. Bergoglio invece da sempre ribalta la prospettiva: gli anziani e i nonni in particolare sono un asse portante della convivenza sociale, non solo per le preziose funzioni che assicurano all’interno delle famiglie, ma perché hanno la forza di “sognare”. È questo il passaggio forse più spiazzante e sorprendente di quelle righe che accompagnano l’immagine della nonna rumena. Nel suo sguardo Bergoglio ha visto l’energia di chi sa sognare. E il sogno di un anziano è proprio la vita di quel nipotino che tiene tra le mani e il bene che gli può trasmettere. Il sogno della nonna è l’abbraccio di una generazione all’altra, è il senso fisico della continuità della vita, della sua bellezza e del suo mistero. Il sogno non riguarda semplicemente un passaggio di consegne; è un legame che si stabilisce, un travaso di vita. Per questo Bergoglio associa i nonni non tanto al passato di cui pur sono in tanti casi dei preziosi depositari, ma al futuro. «Sono anche il futuro di una Chiesa che, insieme ai giovani, profetizza e sogna ed è importante che anziani e giovani parlino fra loro», aveva detto una volta a Santa Marta. Ed è magnifica la parola che il papa usa nel testo stampato sull’immagine: «complicità». La complicità tra nonni e nipoti come salvezza del mondo…

I nonni per papa Bergoglio sono persone “giovani”, a dispetto dell’anagrafe. Sono persone ricche di anni che hanno la libertà di guardare all’essenziale senza perdersi nei rivoli della vita. Custodiscono l’ingenuità che permette loro di sognare e con questo di essere nel futuro. In fondo, se guardiamo all’immagine della nonna rumena, davvero scorgiamo la felicità istintiva di chi sa che l’anagrafe non è parola definitiva. Lei guarda già gli anni che verranno. Guarda la vita che sarà. Non è definita dalla sua età, ma dal sogno incarnato in quel nipotino che tiene tra le braccia. Ma il suo sogno non è solo un fatto personale. È un fatto sociale: solo persone capace di sognare così possono garantire un futuro umano al mondo che sarà.


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