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Diritti dei bambini, gli ospedali pediatrici in prima linea

In occasione della Giornata mondiale dei diritti del bambino e dell’adolescente Aopi, l’associazione degli ospedali pediatrici lancia una campagna di comunicazione per ricordare da un lato come le pediatrie siano state e continuino a essere presenti nella pandemia e nel contrasto ai suoi effetti, dall’altro invitare a riflettere sul loro ruolo futuro nella riforma della Sanità

di Antonietta Nembri

Quella che è stata pensata in occasione della Giornata mondiale dei diritti dei bambini è una campagna che è il culmine di un anno in cui Aopi, l’associazione degli ospedali pediatrici, ha posto in essere alcune campagne a tutela dei bambini e dei ragazzi. Tra queste si ricordano il lancio della Carta dei diritti dei bambini in ospedale, la campagna per la tutela della salute mentale (Next generation, you?) e la campagna per promuovere l’attivazione degli hospice pediatrici in ogni regione italiana.

In occasione del 20 novembre, infatti, viene veicolato il messaggio “Gli ospedali pediatrici a fianco dei diritti dei bambini” con un manifesto in cui campeggia una potente foto del fotografo Christian Sinibaldi che ritrae un piccolissimo ricoverato in una Terapia intensiva neonatale.


In apertura un particolare del manifesto di Aopi – photo di Christian Sinibaldi

«La campagna nasce per dire che gli ospedali pediatrici sono presenti», esordisce il presidente di Aopi Alberto Zanobini (nella foto). «Noi come associazione ci siamo ritrovati molto coesi, il Covid ci ha uniti molto perché la pandemia ha funzionato da cartina di tornasole per gli ospedali pediatrici che hanno funzionato e stanno funzionando perché, a dispetto di quanto si è detto e cioè che la popolazione pediatrica è meno colpita, noi stiamo affrontando gli effetti diretti e indiretti che nei grandi hub regionali abbiamo avuto». Il riferimento di Zanobini è in particolare agli effetti di lungo corso, il cosiddetto long Covid e alle ricadute psicologiche «agli scompensi che stanno emergendo sempre più frequentemente nei più piccoli legati ai lockdown, ma anche ai disturbi alimentari».

«Siamo orgogliosi come ospedali pediatrici di costituire un pezzo importante e capillare della infrastruttura del servizio sanitario nazionale, continueremo nelle nostre battaglie comuni per il diritto dei bambini e delle bambine ad avere il meglio dell’assistenza pediatrica e siamo certi di poter dare un contributo al dibattito che è aperto in questo momento nel nostro Paese sul futuro del servizio sanitario e in particolare sulla riforma della sanità pediatrica territoriale», aggiunge il presidente che ricorda altresì come la rete delle pediatrie italiane aderenti ad Aopi composta da una ventina di realtà sia legata anche all’European Children’d Hospitals Organisation – Echo.

Guardando alla riforma legata al Pnrr, Zanobini sottolinea la necessità di «investire sui territori» perché in queste settimane in cui si assiste a numeri sempre più grandi di neonati colpiti da bronchiolite sinciziale – «noi al Meyer registriamo moltissimi casi», chiosa – diventa chiara la necessità di aggiornare il modello che vede i pediatri di base come unico intermediario tra famiglia e ospedale pediatrico. «Il rischio è che le mamme corrano sempre e solo al pronto soccorso. Per questo quando si parla di Case della Comunità si deve pensare a luoghi non solo per gli anziani, ma anche per i bambini investendo sulla pediatria di territorio. Soprattutto ora che la pandemia ha fatto esplodere tutta una serie di problemi che chiedono al nostro sistema di evolvere» conclude «appare sempre più necessario aprire una riflessione complessiva su nuovi modelli sanitari».

l Ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, il Ministro della Salute Roberto Speranza, il Presidente Fondazione AIRC Andrea Sironi, il Direttore Scientifico Fondazione AIRC Federico Caligaris Cappio e la Professoressa Silvia Piconese ricercatrice dell'Università Sapienza di Roma, hanno presentato al Presidente Sergio Mattarella.


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