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Vaccini, Sereni: «L’Italia rifinanzi Covax anche nel 2022»

Secondo la Global Dashboard for Vaccination Equity delle Nazioni Unite, a inizio gennaio 2022, solo il 10% della popolazione target nei Paesi più poveri del mondo è stato vaccinato con almeno una dose. «L’80% delle dosi ricevute dai Paesi a basso reddito vengono da Covax», sottolinea la viceministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Marina Sereni, durante l’evento organizzato da Intersos “Pandemia diseguale. La complessa sfida per l'accesso ai vaccini, in Italia e nel Mondo”. «Per il 2022 dobbiamo rifinanziare il programma e migliorare su distribuzione, gestione della catena del freddo e formazione del personale locale»

di Anna Spena

Secondo la Global Dashboard for Vaccination Equity delle Nazioni Unite, a inizio gennaio 2022 solo il 10% della popolazione target nei Paesi più poveri del mondo è stato vaccinato con almeno una dose a fronte del 67% della popolazione target nei Paesi più ricchi. Sempre secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, a gennaio 2022, nella maggior parte dei Paesi dell’area sub sahariana la percentuale di popolazione target che ha completato il ciclo vaccinale risulta ancora troppo bassa: meno della metà dei paesi hanno raggiunto il 10% di copertura e ce ne sono alcuni, Ciad e Repubblica Democratica del Congo, per esempio, che non raggiungono nemmeno l’1%.

Con questi dati siamo bel lontani dall’obiettivo di vaccinare il 70% della popolazione globale entro la fine di quest’anno. Milioni di persone nel mondo non hanno la possibilità di accedere ai vaccini per via di barriere e disparità. Ne hanno parlato oggi durante l’incontro, organizzato da Intersos, “Pandemia diseguale. La complessa sfida per l'accesso ai vaccini, in Italia e nel Mondo” – moderati da Stefano Arduini (Direttore di Vita) – Kostas Moschochoritis (Direttore Generale di Intersos), Alessandro Verona (Coordinatore Medico Regione Europa Intersos), Maurizio Marceca (Professore Associato di Igiene, Università La Sapienza Roma), Tania Cernuschi (Organizzazione Mondiale della Sanità), Marco Tarquinio (Direttore di Avvenire) e Marina Sereni (Vice Ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale).

«La pandemia di Covid19 ci ha insegnato che la salute di ogni singola persona è interconnessa e che, per tutelare la salute di tutti, è necessario non lasciare indietro nessuno», ha ricordato il direttore generale di Intersos Kostas Moschochoritis. «Eppure in Paesi come il Ciad solo l’1% della popolazione è vaccinata». L’organizzazione fa parte del programma Covax: «un enorme investimento», continua Moschochoritis, «che se portato avanti può velocizzare la vaccinazione nei Paesi più poveri ma anche rafforzare i sistemi sanitari più fragili che saranno così in grado di creare una rete di immunizzazione anche per altre vaccinazioni di routine come il morbillo».

L’obiettivo di Covax infatti è duplice: a breve termine, fornire ai Paesi a basso reddito le dosi di vaccino per coprire il 20% della popolazione, a prescindere dal loro potere di acquisto. A lungo termine, lasciare in quei Paesi un sistema strutturato che può, autonomamente o con l’aiuto di nuovi donatori, andare avanti con la copertura del restante 80% della popolazione, seguendo un piano vaccinale validato e potenzialmente utile per nuove campagne di immunizzazione.

«Sono state distribuite», dice Cernuschi dell'organizzaizone mondiale della sanità, «10 miliardi di dosi di vaccino nel mondo, quindi vicino agli 11-12 miliardi di dosi necessarie per immunizzare il 70% della popolazione mondiale: se fossero state distribuite equamente saremmo quindi vicino all’obiettivo di vaccinare il 70% della popolazione mondiale entro la fine del 2022».

L’Italia nel 2021 ha aderito al programma Covax fornendo 45 milioni di dosi. «Ne abbiamo allocate 36 milioni, circa il 76%», sottolinea la Viceministra Sereni. «La progressione di questo lavoro è stata nei primi mesi dello scorso anno molto lenta, e nell’ultima fase del 2021 si è velocizzata trovando nella maggior disponibilità di dosi una chiave importante. L’80% delle dosi ricevute dai Paesi a basso reddito vengono da covax. Adesso dobbiamo migliorare su distribuzione, gestione della catena del freddo, stoccaggio e formazione del personale locale. Dobbiamo da un lato continuare a lavorare affinché arrivino dosi e dall'altro aumenatre la capacità di assorbimento dei Paesi destinatari: ovvero metterli nelle condizioni di trasformare le dosi in vaccinazioni. Diventa quindi fondamentale sostenere il programma Covax anche nel 2022. La risposta e la disponibilità a rifinanziare il programma dovrebbe essere positiva. Ma non è ancora assodato».

Il pacchetto di intervento messo in campo da Intersos si fonda su quattro pilastri: il coinvolgimento delle comunità locali e la corretta gestione delle comunicazioni (tecnicamente aRCCE: risk communication and community engagement), l’informazione alla popolazione, la gestione e il supporto della catena del freddo, la somministrazione diretta dei vaccini. Al momento l’ong è già operativi in Nigeria, nello Stato del Borno, e nel Sud dello Yemen. In Burkina Faso è in corso la fase di preparazione di sensibilizzazione della popolazione. E nelle prossime settimane avvieremo uno studio per comprendere quali siano gli ostacoli alla vaccinazione in Afghanistan, Libano, Ciad e Repubblica Centrafricana.

Anche in Italia Intersos si è impegnata per facilitare la campagna vaccinale concentrandosi su centinaia di migliaia di persone, tra chi non possiede un titolo di soggiorno valido, stranieri in attesa di regolarizzazione e non ancora riconosciuti, immigrati accolti in strutture d’accoglienza governative che per ragioni amministrative non accedono al Servizio Sanitario Nazionale, minori stranieri non accompagnati, vittime di tratta e molti rom, sinti e caminanti che vivono in insediamenti di fortuna o palazzi occupati, oltre a un numero significativo di senza fissa dimora, italiani e stranieri.

Per dare una dimensione a questo fenomeno è utile sapere che in Italia sono circa 500.000 i non comunitari senza permesso di soggiorno, a cui si aggiungono circa 200.000 persone straniere che hanno presentato domanda di regolarizzazione. Intersos, insieme alle associazioni di sette regioni, ha portato avanti un progetto per l’accesso equo alla campagna vaccinale Paese. Lo staff sociosanitario e i green pass officer hanno dato supporto diretto alle persone senza tessera sanitaria per prenotare le vaccinazioni e scaricare i green pass.

Fino a ottobre 2021 circa 7 mila persone sono state incluse nella campagna vaccinale tra Roma e Foggia grazie ai team di Interso e oltre 5mila persone sono state supportate nell’ottenimento del green pass.

La presenza dell'organizzaizone a Roma, in Puglia e in Sicilia, dove opera quotidianamente negli insediamenti informali urbani e rurali attraverso sei cliniche mobili e il lavoro del team sociosanitario nell’ambulatorio di Roma, durante la campagna vaccinale, ha permesso di individuare gli ostacoli che si sono posti tra la popolazione marginalizzata e la possibilità di vaccinarsi. In particolare, sono stati individuati come principali responsabili: la mancanza di una campagna vaccinale multilingue e diversificata dal punto di vista culturale, l’asimmetria informativa nel comunicare il giorno e il luogo degli open day vaccinali e la presenza di stand erogatori di codici fiscali provvisori, la natura numerica dei codici STP (straniero temporaneamente presente), in contrasto con quella alfanumerica delle normali tessere sanitarie (TS), le barriere tecnologiche, la mancanza di procedure operative standard (SOPs) nazionali su alcune tematiche.


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