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Cooperazione & Relazioni internazionali

Uno sportello legale per i profughi ucraini

L’iniziativa è dell’Ordine degli Avvocati di Milano. Sarà operativo da lunedì 7 marzo

di Redazione

A Milano nasce “#unaiutoconcreto, ossia uno sportello di orientamento legale per i profughi ucraini. L’iniziativa è dell’Ordine degli Avvocati di Milano e sarà operativo da lunedì 7 marzo in collegamento con la Questura, con l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano e con le associazioni e gli operatori in campo per la gestione dell’accoglienza dei profughi ucraini in arrivo. L’Ordine ha organizzato con la Presidenza, con il Consiglio, con la Commissione Diritti Umani e la Commissione Internazionale i primi avvocati a disposizione per offrire ai profughi un aiuto di orientamento legale: le esigenze sono tante e stanno già emergendo in questa primissima fase di accoglienza, pur con la garanzia del permesso di soggiorno temporaneo consentito dal Governo sulla base del possesso del passaporto ucraino. In particolare molti avvocati volontari dello sportello sono esperti di diritto dell’immigrazione e potranno essere al servizio dei profughi richiamandoli dopo il primo contatto da parte loro e lo faranno anche con l’ausilio di interpreti coinvolti dall’Ordine.

Tra i problemi che stanno emergendo e che potranno essere oggetto di orientamento legale allo sportello particolarmente delicato è quello dell’affido, in considerazione dei tanti bambini e ragazzi presenti tra i profughi. Il numero di telefono dello sportello “#unaiutoconcreto” dell’Ordine è 3343653153. «Non potevamo stare fermi e non potevamo limitarci ad una esclusiva condanna di una assurda e ingiustificabile guerra», afferma la VicePresidente dell’Ordine degli Avvocati Paola Boccardi. «I cittadini ucraini in fuga dalla guerra sono figli di una tragedia umanitaria e noi possiamo essere con i nostri avvocati volontari un loro interlocutore per affrontare le molte problematiche che si troveranno di fronte. È solo una goccia nel mare ma speriamo che possa essere una forma di accoglienza in più e un contributo ad una normalità che purtroppo sappiamo difficile».


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