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Adozioni, corsa contro il tempo per portare in Italia 23 minori già abbinati a coppie italiane

L'impegno per tenere traccia degli spostamenti eventuali dei minori e la speranza di portarli a trascorrere il periodo di emergenza in Italia, a tutela della loro incolumità. Ma l'iter adottivo deve completarsi in Ucraina

di Sara De Carli

In Italia hanno già dei genitori, con un nome e un volto. Ma loro sono ancora in Ucraina, in attesa che l’iter adottivo faccia il suo corso. Una cosa normale, se non che con la guerra nulla è normale. Sono 23 i minori ucraini già abbinati a famiglie italiane per essere adottati, di cui uno ha anche già persino una sentenza di adozione emessa. Ma al momento sono ancora in Ucraina, dentro la guerra. Il vicepresidente della Commissione Adozioni Internazionali, Vincenzo Starita, nel dare questo numero assicura che l’impegno della CAI è massimo: «Stiamo facendo l’impossibile, ho scritto all’autorità centrale ucraina me è impossibile contattarla, abbiamo parlato con il console ucraino in Italia, abbiamo rappresentato il tema al Maeci e al dipartimento della Protezione Civile che ha la regia dell’emergenza. Dovrebbero essere ancora in Ucraina, forse qualcuno è già stato spostato in Paesi vicini, è importante tramite le autorità consolari e diplomatiche tenere traccia di tutti questi minori nella speranza di portarli a trascorrere questo periodo di emergenza in Italia, al riparo dalle bombe, a tutela della loro incolumità. In Italia la determinazione di un affido in favore della famiglia già abbinata spetta ai Tribunali, l’auspicio è che se ne tenga conto, anche se poi dovranno rientrare in Ucraina per completare la procedura adottiva».

Sul fronte della Federazione Russa, invece, non c’è sulle adozioni al momento alcuna restrizione. «Ho valutato molto se vietare le partenze alle coppie, ma alla fine non mi è sembrato corretto. Abbiamo incontrato gli enti e abbiamo segnalato gli evidenti rischi, detto che al momento è opportuno rinviare le udienze, ma poiché lo spazio aereo non è chiuso, poiché non c’è un divieto, poiché il territorio della Federazione russa è enorme, soprattutto perché c’è in gioco l’interesse del minore… io posso sconsigliare e rappresentare i rischi ma non impedire a una coppia di partire. So che ce ne sono due o tre pronte a partire in questo mese».


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