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Lavoro, la nuova direttiva UE non obbliga l’Italia a introdurre un salario minimo

Parlamento europeo e gli Stati membri dell'UE hanno raggiunto un accordo sulla direttiva relativa a salari minimi adeguati. Attenti alla trappola: «La direttiva – si legge nel documento- non obbliga gli Stati membri a introdurre salari minimi legali, né fissa un livello comune dei salari minimi in tutta l'UE»

di Sabina Pignataro

Parlamento europeo e gli Stati membri dell'UE hanno raggiunto un accordo sulla direttiva relativa a salari minimi adeguati. La direttiva era stata proposta dalla Commissione nell'ottobre 2020.

«La direttiva – si legge nel documento- rispettando le competenze nazionali e la libertà contrattuale delle parti sociali non obbliga gli Stati membri a introdurre salari minimi per legge, né fissa un livello comune dei salari minimi in tutta l'UE». L'idea delle tre istituzioni europee nell'accordo approvato è di rispettare le diverse tradizioni di welfare dei Ventisette, arrivando però a garantire "un tenore di vita dignitoso", a ridurre le disuguaglianze e a mettere un freno ai contratti precari e pirata.

Una volta pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'UE, la direttiva entrerà in vigore dopo 20 giorni e gli Stati membri la dovranno poi recepire entro due anni nel diritto nazionale.

Ecco i punti principali:

«La tutela garantita dal salario minimo esiste in tutti gli Stati membri dell'UE, attraverso salari minimi legali e contratti collettivi oppure esclusivamente attraverso contratti collettivi. La nuova direttiva mira ad affrontare questo problema istituendo un quadro dell'UE per rafforzare l'adeguata tutela garantita dal salario minimo, nel pieno rispetto delle tradizioni e delle competenze nazionali, come pure dell'autonomia delle parti sociali. La direttiva non obbliga gli Stati membri a introdurre salari minimi legali, né fissa un livello comune dei salari minimi in tutta l'UE».

I principali elementi della direttiva sono elencati di seguito.

  • Un quadro per la determinazione e l'aggiornamento dei salari minimi legali: gli Stati membri in cui sono previsti salari minimi legali dovranno istituire un quadro di governance solido per la determinazione e l'aggiornamento dei salari minimi, che comprenda:
    • criteri chiari per la determinazione dei salari minimi (tra cui: il potere d'acquisto, tenendo conto del costo della vita; il livello, la distribuzione e il tasso di crescita dei salari; la produttività nazionale);
    • l'utilizzo di valori di riferimento indicativi per orientare la valutazione dell'adeguatezza dei salari minimi (la direttiva fornisce indicazioni sui possibili valori che potrebbero essere utilizzati);
    • l'aggiornamento periodico e puntuale dei salari minimi;
    • l'istituzione di organi consultivi ai quali parteciperanno le parti sociali;
    • la garanzia che le variazioni dei salari minimi legali e le trattenute su di essi rispettino i principi di non discriminazione e proporzionalità, compreso il perseguimento di un obiettivo legittimo;
    • il coinvolgimento concreto delle parti sociali nella determinazione e nell'aggiornamento dei salari minimi legali.
  • La promozione e l'agevolazione della contrattazione collettiva sui salari: la direttiva sostiene la contrattazione collettiva in tutti gli Stati membri, dato che i paesi caratterizzati da un'elevata copertura della contrattazione collettiva tendono ad avere una percentuale inferiore di lavoratori a basso salario, minori disuguaglianze salariali e salari più elevati. La direttiva chiede inoltre agli Stati membri in cui la copertura della contrattazione collettiva è inferiore all'80% di istituire un piano d'azione per promuovere la contrattazione collettiva.
  • Un miglior monitoraggio e una migliore applicazione della tutela garantita dal salario minimo: gli Stati membri dovranno raccogliere dati sulla copertura e sull'adeguatezza dei salari minimi e garantire che i lavoratori possano accedere alla risoluzione delle controversie e usufruiscano del diritto di ricorso. Il rispetto e l'applicazione efficace sono essenziali affinché i lavoratori possano effettivamente beneficiare dell'accesso alla tutela garantita dal salario minimo, e promuovono una competitività basata su innovazione, produttività e rispetto degli standard sociali.

In apertura, foto di christian-Lue by unsplash


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