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Sanità, meno migrazioni col Decreto sulle tariffe

Vincenzo Falabella, presidente di Fish, la più grande rete di associazioni di persone con disabilità, è convinto che l'accordo Stato-Regioni e il nuovo nomenclatore, che amplia le platea delle prestazioni sanitarie accessibili, eviteranno gli spostamenti da una parte all'altra del Paese

di Giampaolo Cerri

Sull'accordo trovato nei giorni scorsi dalla Conferenza Stato-Regioni sul Decreto Tariffe, con la conseguente approvazione del nomenclatore tariffario legato ai Livelli essenziali di assistenza-Lea, si registrano nuove reazioni. Inevitabilmente, visto che, dopo sei anni dall'avvio dell'iter, è stato raggiunto un risultato importante sul piano dell'assistenza protesica e delle prestazioni specialistiche ambulatoriali. Il nomenclatore amplia anche il numero di prestazioni tariffate a 2.108 prestazioni rispetto alle 1.702 della precedente legge del 1996.

Puntuale, in argomento, interviene il presidente della Federazione italiana per il superamento handicap – Fish, Vincenzo Falabella.
«L'approvazione dei Lea», dice, «contribuirà a ridurre le differenze regionali nell'erogazione delle prestazioni oggetto del decreto e a contenere la mobilità sanitaria. Attendevamo tale approvazione da tempo, si lavori ora per revisionare l'intera struttura del nomenclatore tariffario andando ad inserire protese ed ortesi di ultima generazione di modo che venga garantito il reale diritto di cittadinanza delle persone con disabilità».


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