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Siticibo, dalle eccedenze 203 mln di pasti in 20 anni

Ridurre gli sprechi alimentari della ristorazione e della grande distribuzione, ma allo stesso tempo ridistribuire il cibo alle sempre più numerose persone in difficoltà: questa l’idea originale del programma di Banco Alimentare che in due decenni è cresciuto creando sinergie tra profit e non profit. Prima applicazione della legge del "Buon Samaritano" ha avuto un impulso anche dalla legge Gadda del 2016

di Antonietta Nembri

Da venti anni Siticibo, programma di Fondazione Banco Alimentare, raccoglie le eccedenze della ristorazione e dei punti vendita della Gdo. Nato nel 2003 è stata la prima applicazione della legge del 155, cosiddetta del “Buon Samaritano”, oggi il programma è cresciuto e, come ha ricordato il presidente della Fondazione Giovanni Bruno oggi raccoglie da 1.900 punti vendita localizzati in circa 900 comuni in Italia e da numerose realtà della ristorazione. «Vogliamo guardare tutti insieme alle nuove opportunità di sviluppo e alle sinergie da mettere in campo per migliorare costantemente l’accesso al cibo a sempre più persone in difficoltà, riducendo lo spreco».

E per guardare avanti, ieri 29 maggio, è stato organizzato un evento che – nella cornice della PwC Tower a CityLife – ho riunito molti partner e compagni di strada del programma. Da Maria Chiara Gadda, vice presidente XIII Commissione Agricoltura e prima firmataria Legge 166/16 cosiddetta legge "antispreco" a Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, da Alessia Tosti, coordinatrice del progetto “Food for Good” di Federcongressi&eventi a Carlo Scarsciotti, presidente Angem e ancora: Massimiliano Silvestri, presidente Lidl Italia, Francesco Avanzini, Dg operativo del Gruppo Conad; Stefano Biaggi già ceo di Sodexo Italia; Rosario Ambrosino, Ad di Elior Italia; Elisa Zambito, responsabile Social Development and University Relations di Intesa Sanpaolo; Dario Boggio Marzet, presidente Banco Alimentare della Lombardia; Francesco Costantino, presidente Fondazione Giuseppe Costantino Onlus. A fare gli onori di casa Francesco Ferrara, partner PwC Italia, Esg e Net Zero Leader ed Erika Andreetta, partner PwC Italia, Italy Retail & Consumer Goods Consulting Leader.


da dx Cristina Lazzati (moderatrice incontro), Carlo Scarsciotti, Maria Chiara Gadda, Carlo Alberto Buttarelli, Alessia Tosti

I numeri di Siticibo raccontano di un programma che in 20 anni ha permesso di raccogliere oltre 13 milioni di pasti dalla ristorazione e recuperare 95mila tonnellate di alimenti, equivalenti a 190 milioni di pasti dai punti vendita della Gdo per un totale di oltre 203 milioni di pasti. Solo nel 2022 Siticibo ha permesso di recuperare 16.419 tonnellate di cibo, per un totale di 32.837.544 pasti. La raccolta attraverso Siticibo – si è sottolineato – permette una maggior diversificazione del prodotto disponibile, rispetto al prodotto secco tradizionale e Banco Alimentare è impegnato affinché si possano ampliare le referenze oggetto di donazione, per offrire un paniere sempre più vario e una maggiore riduzione dello spreco.

Tutto è partito con un “una vaschetta con due cotolette e delle crocchette” si è ricordato nel corso dell’incontro. «Una storia di vent’anni che nasce dai rapporti tra le persone, la passione e dal fatto che nell’avvertire un bisogno si è cercato di rispondervi», ha ricordato il presidente Bruno parlando di Cecilia Canepa che vent’anni ebbe l’idea di Siticibo prima applicazione della legge 155/2003, la legge del “Buon Samaritano”, una norma fortemente richiesta da Banco Alimentare quale soluzione giuridica a un’impellenza etico-sociale che fino ad allora non si era potuta affrontare: l’elevato spreco di alimenti nelle mense scolastiche e nella ristorazione collettiva, che contrastava con l’allungarsi delle file fuori dalle mense per poveri.
Dal 2005 è stato avviato anche il recupero dal canale Gdo. Condizione necessaria per l’operatività è la stipula di accordi tra i diversi soggetti coinvolti: la ristorazione, la Gdo, i singoli Banchi alimentari che operano sul territorio nazionale, e organizzazioni partner destinatarie finali del cibo raccolto. Un insieme di procedure chiare, semplici e di immediata comprensione e applicazione per garantire la tutela del consumatore finale, un esempio paradigmatico dell’efficacia ed efficienza delle partnerships fra realtà differenti, profit e non profit. Un’ulteriore opportunità di sviluppo è stata l’entrata in vigore della Legge 166 nel 2016, la cosiddetta legge Gadda “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”, che ha dato un forte impulso al programma Siticibo. Dall’entrata in vigore della legge – settembre 2016 – si è rilevato un aumento delle tipologie di alimenti recuperati, soprattutto di prodotti freschi e molto deperibili, da nuove fonti come congressi, eventi, pesce confiscato e sequestrato, fino all’avvio dell’attività di recupero dalle navi da crociera. «Il primo caso al mondo», ha osservato l’onorevole Gadda che ha ricordato come la legge antispreco (166/2016) si è inserita in un percorso e in questi sette anni di applicazione «dall’osservazione fatta sul campo e dal confronto con imprese e Terzo settore, si sono individuati ed eliminati gli ostacoli burocratici e fiscali che in passato rendevano onerosa la donazione. L’obiettivo della norma era potenziare il recupero per solidarietà sociale di alimenti dall’altissimo valore nutrizionale, come i cibi freschi, freschissimi e cotti. La legge 166 fornisce la cornice legislativa e suggerisce un modello gestionale efficiente, per rendere la donazione non un atto episodico ma strutturale, ogni qualvolta si genera l’eccedenza. Una realtà come Siticibo ben rappresenta questo modello, grazie alla sua capacità organizzativa basata su precise competenze professionali. Il rispetto delle corrette prassi igienico sanitarie è essenziale nella filiera del dono perché va preservata la dignità della persona ricevente, e uno dei recuperi più difficili da fare è proprio quello degli alimenti cotti, che necessita anche di mezzi e volontari specializzati. È l’esperienza di Siticibo che ha plasmato fin dall’inizio la legge antispreco, e la fa vivere ogni giorno» ha concluso Gadda che richiamato la necessità di «far crescere insieme profit e non profit».

L’importanza di realizzare azioni di sistema sempre più efficaci nella lotta allo spreco alimentare è sottolineata da tutti gli interlocutori come Carlo Alberto Buttarelli di Federdistribuzione che ha richiamato come « tutte le imprese distributive del comparto food sono attive nella donazione o redistribuzione di eccedenze alimentari, collaborando a livello locale con associazioni caritatevoli e il 92% con Banco Alimentare, 3 aziende su 4 applicano sconti speciali sui prodotti alimentari prossimi alla scadenza e sensibilizzano i consumatori su questi temi con campagne specifiche»

Lo sviluppo di Siticibo in tutta Italia rimane oggi ancora potenzialmente ampio. Banco Alimentare punta a un ulteriore sviluppo con un obiettivo di aumento nel triennio del numero dei punti vendita Gdo coinvolti (+24%) e una conseguente crescita degli alimenti recuperati (+20%). Mentre per il canale della Ristorazione si punta al consolidamento e alla stabilizzazione dell’attività attuale, che purtroppo risente ancora degli effetti negativi legati al periodo pandemico.

Nel concludere l’evento il presidente Giovanni Bruno (nella foto), richiamando il discorso dell’arcivescovo di Milano alla città di Milano in occasione di Sant’Ambrogio 2022 ha sottolineato non solo la necessità e il desiderio di continuare a impegnarsi a favore di chi sta peggio – «abbiamo visto in questi anni crescere la povertà e temo cresca ulteriormente», ha chiosato Bruno – riconoscendo che «non abbiamo risolto, ma dobbiamo predicare la speranza».
«Se si ridurranno le eccedenze perché si riducono gli sprechi noi siamo contenti», ha osservato sottolineando come questo richiederà interventi più strutturali e un aumento dei punti vendita « intercettando nuove opportunità di approvvigionamento. Per questo» ha concluso, «abbiamo avviato un progetto per sostenere, anche economicamente, lo sviluppo di Siticibo a cura dei 21 Banchi Alimentari in tutta Italia. Si sta inoltre realizzando un percorso di transizione digitale per migliorare l’applicazione web Bring The Food, che semplifica gli aspetti amministrativi e logistici relativi ai recuperi Siticibo. Infine, poiché la capillarità dell’intervento avviene grazie al coinvolgimento operativo delle Strutture caritative, anch’esse saranno destinatarie di supporto con formazione, attrezzature e materiali per il recupero e la distribuzione del cibo. Siticibo è una storia di incontri con persone, con aziende, un enorme patrimonio capace di generare nuova progettualità, un piccolo incubatore di nuove idee che ci ha permesso di avanzare sul cammino della lotta contro lo spreco e di rendere il sistema di produzione e distribuzione alimentare un po’ più sostenibile e più inclusivo».

Foto da Ufficio stampa


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