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Enti di servizio civile, diminuiscono i progetti ma aumenta la richiesta dei posti

Il dipartimento per le Politiche giovanili ha pubblicato i dati relativi al bando ordinario 2022. Sono 83.538 le richieste pervenute dagli enti per i progetti che riguardano i giovani in età compresa tra i 18 e i 28 anni. Trentatré programmi si svolgeranno all'estero

di Redazione

Il dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale ha reso noti i numeri alla scadenza dell’avviso agli enti per la presentazione dei programmi di intervento di servizio civile universale per l’anno 2023. Diminuisce il numero di programmi presentati (622, mentre lo scorso anno erano 721) e di progetti (3.515 contro i 3.730 del 2022). Aumenta invece la richiesta di posti: da 80.333 è passata a 83.538. In riferimento ai programmi di servizio civile, 33 si svolgeranno all’estero e sono costituiti da 191 progetti per un totale di 1.339 operatori volontari. Gli enti iscritti alla sezione nazionale dell’Albo di servizio civile universale hanno presentato 392 programmi di intervento sviluppati in 2.526 progetti per 58.666 operatori volontari, mentre gli enti iscritti alle sezioni regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano hanno presentato 230 programmi di intervento con 989 progetti per 24.872 operatori volontari. Le istanze che sono pervenute al Dipartimento tramite il sistema informativo, ora verranno sottoposte ad accertamento formale della regolarità per verificare eventuali cause di irricevibilità.

Tra le realtà che hanno ricevuto il maggior numero di richieste, nell’ambito del bando ordinario 2022, è la Fondazione Amesci: sono 3.254 i giovani tra i 18 e i 28 anni che partecipano ai 179 progetti del Servizio civile universale attuati da questo ente in 19 regioni italiane e 12 Paesi esteri, attraverso fondi ministeriali pari a oltre 17 milioni di euro. I progetti sono realizzati in collaborazione con 356 partner: 167 organizzazioni di Terzo settore, 182 enti pubblici (169 Comuni, due Comunità montane, quattro Rsa, tre Ipab, più l’Azienda ospedaliera “Gaetano Martino” di Messina e l’Irccs “Centro Neurolesi Bonino Pulejo”) e sette università (Campus Bio-medico di Roma, Federico II di Napoli, Luigi Vanvitelli di Caserta, l’Università Parthenope di Napoli, l’Orientale di Napoli, l’Università di Brescia e l’Università del Sannio di Benevento). All’estero, il servizio civile di Amesci si sviluppa attraverso 16 progetti che verranno realizzati da 76 volontari.

Diversi i settori d’intervento a favore delle comunità locali, primo fra tutti quello dell’educazione e promozione culturale che coinvolge 1.624 giovani in 83 progetti. La protezione civile vede al lavoro 277 volontari in 10 progetti, mentre l’assistenza alle fasce più deboli della popolazione ha attivato 883 giovani in 42 iniziative. Il patrimonio artistico e culturale vedrà in campo 277 giovani impegnati in 20 progetti, mentre la tutela del patrimonio ambientale verrà rafforzata sul territorio nazionale attraverso sei progetti con la partecipazione di 107 volontari. Altre due iniziative green scelte da 10 giovani rientrano nell’ambito sperimentale dell’agricoltura sociale.

«Il Servizio civile universale è uno strumento fondamentale per la partecipazione giovanile, essenziale per colmare il divario tra giovani e istituzioni, e utile a raggiungere gran parte degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile», dichiara Enrico Maria Borrelli, fondatore e presidente della Fondazione Amesci. «Questi progetti offriranno ai giovani la possibilità non solo di vivere un’esperienza di grande valore civico e sociale, ma anche di acquisire esperienza e competenze spendibili nel mondo del lavoro, contribuendo così ad arricchire la loro formazione. In questa sfida di portata nazionale e internazionale, i giovani volontari rappresentano una risorsa inestimabile. Il servizio civile educa i giovani ad una maggiore partecipazione nella società e potenzia la loro occupabilità futura. La nostra aspirazione è che attraverso il Servizio civile universale i giovani possano sentirsi parte attiva della società in cui vivono e offrire il proprio contributo, di impegno e di visione, per conseguire quei cambiamenti che desiderano. In questo modo il servizio civile contribuisce a formare la futura classe dirigente del Paese, allenando i giovani all’innovazione sociale ed educandoli ai valori della solidarietà e della sostenibilità».


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