Sostenibilità sociale e ambientale

Giraud: sono diventato l’economista della transizione ecologica grazie ai bambini del Ciad

A Pesaro in occasione della presentazione del libro "Il gusto di cambiare" il professore della Georgetown University di Washington ha rivelato perché ha deciso di non accettare una ricca offerta da trader a Wall Street diventando uno dei massimi teorici mondiali di un'economia sostenibile e post liberista

di Redazione

Tutto esaurito a Pesaro a palazzo Montani Antaldi che lo scorso 31 maggio ha accolto Gaël Giraud, economista francese e gesuita, docente alla Georgetown University di Washington dove insegna economia e dirige il Programma per la giustizia ambientale, da lui fondato. A programmare il dialogo fra Giraud e il direttore di VITA Stefano Arduini in occasione della recente uscita del libro “Il gusto di cambiare” scritto con il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, è stato un comitato organizzatore composto da un gruppo di professionisti del territorio: Gianluca Conti (direttore generale di Riviera Banca), Maurizio Gennari, Salvatore Giordano, Alessandra Parpajola e Gianluigi Storti; affiancato da un comitato scientifico, di cui fanno parte i professori Andrea Calef (University of East Anglia), Mara Del Baldo (Università di Urbino), Alessio Giorgetti (Università Politecnica delle Marche), Elisabetta Righini (Università di Urbino) ed Elena Viganò (Università di Urbino).

A31 anni o avuto la possibilità di andare a lavorare come trader a Wall Street, nel cuore della finanza mondiale. Un’opportunità molto importante dal punto di vista economico. Ho detto di no in dieci minuti

Gaël Giraud

Dopo il saluto del vescovo di Pesaro Sandro Salvucci («Come esorta il titolo del libro dobbiamo prepararci al cambiamento e la chiave di volta sono le giovani generazioni») Giraud ha toccato diversi temi affrontati nel volume edito da Lev (Libreria editrice vaticana) e Slow Food Editore: dalla costituzione di una bad bank europea che raccolga gli attivi fossili degli istituti di credito continentali in modo da liberare risorse per sostenere un’economia verde e sostenibile fino al ruolo della chiesa e delle università per divulgare i principio della transizione ecologica e sociale a una platea sempre più larga guardando in particolare alle giovani generazioni.

Il professore parigino in chiusura ha raccontato anche un episodio biografico che ha molto colpito il pubblico: come è nata la sua personale transizione ecologica. Un racconto che si ritrova anche nelle pagine de “Il gusto di cambiare”: «L’evento più importante della mia vita è stata l’esperienza di servizio civile in Ciad. Ho lavorato come professore di matematica e fisica nelle carceri, e con i bambini di strada di quel Paese. Nelle prigioni del Ciad uomini e donne non sono separati. Così tutte le notti c’erano episodi di violenza sulle donne, che spesso rimanevano incinte. I bambini che sopravvivevano a condizioni igieniche tremende continuavano a vivere in carcere con la mamma oppure finivano in strada. A parte qualche vestito non avevano nulla, proprio nulla. Mai come nel periodo durante il quale sono stato con loro ho capito che cosa fosse la gioia di vivere. In quel momento ho deciso che sarei diventato gesuita per continuare ad avere la possibilità di stare con loro quando lo volessi. Qualche anno dopo, avevo 31 anni, ho avuto la possibilità di andare a lavorare come trader a Wall Street, nel cuore della finanza mondiale. Un’opportunità molto importante dal punto di vista economico. Ho detto di no in dieci minuti. Se avessi vissuto quel genere di vita, in paradiso non avrei potuto giocare con i miei amici bambini del Ciad. Loro mi avrebbero detto: “Noi non ti riconosciamo, non ti conosciamo più”. Io invece voglio giocare con i bambini di strada per l’eternità: è questo il gusto di cambiare una nuova spiritualità che mi ha portato sulle posizioni che oggi stiamo discutendo. L’unico modo di sopravvivere, e non somigliare alle persone contro le quali stiamo lottando, è mantenere l’amicizia con i più poveri».


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