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#primaopoi

di Marco Sessa

Io credo che sia davvero giunto il momento di prendere il problema della immigrazione in mano e risolverlo una volta per tutte o per lo meno gestirlo perché penso che fino ad oggi il problema non sia stato affrontato e non possiamo andare avanti per anni con un Mare Mediterraneo che è diventato un cimitero e il clima all’interno del paese all’estremo della tenuta democratica.

A tale proposito bisogna condividere alcuni assiomi oggettivi sui quali penso siamo tutti d’accordo:

  1. il fenomeno migrazioni è destinato a durare per alcuni decenni.
  2. Vanno difesi e gestiti i confini altrimenti non ci chiamiamo più Stato di Diritto.
  3. È necessario fare una distinzione tra gestione dei flussi migratori e soccorso di migranti in mare.

  1. Chiunque abbia un minimo di conoscenze e legga i quotidiani sa perfettamente che il Mondo è sempre stato diviso tra ‘Nord’ e ‘Sud’, tra paesi cosiddetti della ‘sfera occidentale’ e quelli cosiddetti del ‘terzo Mondo la maggior parte dei primi sta appunto nell’emisfero nord del pianeta così come la maggioranza dei secondi si trova in Africa. La globalizzazione, il cambiamento climatico, la crescita demografica sono le ragioni che hanno portato all’ aumento di flussi migratori di questo ultimo decennio ormai. D’altra parte, il cambiamento climatico e la crescita demografica sono fenomeni che non possono essere risolti con un semplice gesto o atto.
  2. Molti dei paesi in Africa vive una situazione di guerra, di carestia o di estrema povertà e i loro cittadini cercano fortuna nel Nord del Mondo. In più la situazione in Libia, paese amico e vicino sotto tutti i punti di vista all’Italia è in corso una guerra civile e, come dicono le fonti diplomatiche, potenzialmente ci sono nel breve periodo, circa 800.000 persone pronte a salpare per venire in Europa attraverso l’Italia. Naturalmente sono numeri impossibili da accogliere per un solo paese anche con la migliore e buona volontà.
  3. È necessario porre su piani differenti della realtà i flussi migratori, la loro gestione e il soccorso in mare: È la stessa differenza che c’è tra la Climatologia (La scienza che studia il clima nella sua distribuzione geografica e le relazioni fra questo e i fenomeni fisici e biologici. È deputata allo studio delle condizioni atmosferiche all'interno di archi temporali prolungati, al fine di definire quali siano le variabili atmosferiche usuali in una provincia, una regione, una nazione ecc. ndr) e la Meteorologia (La meteorologia è la scienza che studia lo stato del tempo, dei fenomeni che avvengono nell'atmosfera nonché le cause e le leggi che li governano. Il tutto entro un certo tempo). Nonostante molte similitudini e l’utilizzo degli stessi parametri e concetti, Si può dire che la meteorologia studia le condizioni atmosferiche transitorie, mentre la climatologia è deputata all'analisi e allo studio delle condizioni atmosferiche permanenti o usuali in una determinata zona. Ecco tornando quindi ai nostri ragionamenti è come se il governo dei flussi migratori sia la climatologia, ovvero la gestione di fenomeni di lungo periodo, mentre il soccorso in mare sia il meteo, ovvero una scienza che si basa sui fenomeni attuali immediati e di breve durata. La prima poi ha una influenza globale mentre la seconda si riferisce ad un fenomeno più locale e territoriale.

Bene ora fatto questo pensiamo a come possa essere risolto il problema senza particolari slogan o altro.

  1. Innanzitutto, è un fenomeno che non può essere gestito solo dall’ Italia, proprio per quello che si diceva all’inizio ovvero che le cause di questo fenomeno sono globali, riguardano tutti e non possono essere lasciate alla volontà di un solo governo o peggio di una sola persona. L’Europa deve davvero impegnarsi in questo senso con ogni strumento coercitivo in suo possesso per fare rispettare le regole ad ogni stato membro e anche attraverso la revisione dei trattati se necessario.

In secondo luogo, attraverso politiche di sostegno nei paesi di provenienza, anche se penso che sia qualcosa di necessario ma totalmente insufficiente per almeno i prossimi 30 anni. Come possiamo pensare che un continente diventi sufficientemente ricco ed autonomo in un attimo, quando per esempio un paese come l’Italia nonostante sia la 2 manifattura europea, nonostante lo si possa considerare ricco, abbia delle infrastrutture a volte peggiori di quelle africane, territori completamente abbandonati a loro stessi e con a sua volta una emigrazione spaventosa di giovani che lasciano il nostro paese (285mila nel 2018 Fonte ISTAT) proprio perché senza sbocchi e possibilità.

Infine, dobbiamo ritrovare il nostro spirito italiano, quello che ci ha reso così famosi nel Mondo prima ancora degli spaghetti, pizza e mandolino. Siamo un popolo unico, accogliente e generoso. Ce la siamo sempre cavata anche nei peggiori momenti con un certo umorismo e sorriso sulle labbra. Siamo uno dei pochi popoli che è nato, cresciuto e vissuto circondato dalla bellezza naturale o artistica: Siamo il paese dei Comuni e questo ci ha insegnato quante differenze ci possano essere anche tra due semplici territori confinanti (basta pensare ai dialetti o alle ricette gastronomiche che cambiano anche nel giro di pochi kilometri) , figuriamoci tra due continenti separati da un mare.


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