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Politica & Istituzioni

Per il 2 per mille due minuti, per il 5 per mille 7 anni non bastano!

di Riccardo Bonacina

Nei giorni scorsi, via twitter, Facebook ed e mail ho ricevuto decine di messaggi di questo tenore: Abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, non è che si stanno prendendo per i fondelli? Rispondo a tutti qui. Sì, ci stanno prendendo per i fondelli. E non una sola volta, ma due. Anzi, due per mille! Ci pigliano talmente per i fondelli che il testo del disegno di legge è sparito in data 4/6/2013 dal sito del Governo, ed è stato sostituito da una lunga risposta del ministro Filippo Patroni Griffi a Luca Ricolfi che su La Stampa aveva così sintetizzato le sue critiche: a) Il disegno di legge non tocca né il finanziamento dei gruppi parlamentari, né il finanziamento dei gruppi dei Consigli regionali, due voci molto consistenti del finanziamento pubblico ai partiti; b) Lo Stato continuerà a sostenere dei costi per il finanziamento dei partiti, sia in forma diretta, sia in forma indiretta (le detrazioni fiscali, l’uso di immobili gratuiti e garantiti, gli spazi televisivi hanno un costo e un milione è staanziato per ogni anno); c) Nel triennio transitorio (2014-2016), nulla assicura che la decurtazione dei rimborsi elettorali non venga compensata, o addirittura più che compensata, dal meccanismo del 2 per mille. d) Anche a regime (dal 2017 o dal 2018), nulla esclude che il finanziamento possa essere uguale o superiore a quello previsto dalla legislazione attuale, dovuta al governo Monti (l’articolo 4, anziché fissare un tetto preciso all’uso del 2 per mille, dice che la spesa non potrà superare «XXX», una cifra indeterminata che potrebbe persino essere maggior di quella attuale”).

Risponde un Patroni Griffi piccato che: “Vorrei rassicurare il professor Ricolfi sul rischio che il finanziamento possa eccedere quello attuale: al finanziamento prossimo venturo è posto un tetto, che non è pari a «XXX», come egli scrive – formula difficile da rinvenire in una legge, ma pari a 61 milioni. E’ un limite massimo: in altre parole, se tutti i cittadini destinassero il 2×1000 ai partiti, questi potrebbero ricevere circa 300 milioni, ma con il limite massimo non potranno comunque andare oltre quota 61”.

Dovremo fidarci della parola del ministro, in ogni caso in allegato trovate il testo del Ddl governativo nella sua versione originale prima che scomparisse (un nuovo testo su governo.it ancora non c’è finanziamenti-partiti testo del Ddl prima che sparisse).

Ma c’è un secondo aspetto, grave, irritante, direi non più sopportabile. A 7 anni dalla sua istituzione il 5 per mille, introdotto come innovativa misura di sussidiarietà fiscale (ma ormai in Europa tutti ci hanno superato) resta una misura sperimentale, decisa di anno in anno, cambiando regole ogni anno, liquidando dopo oltre due anni. Insomma una vergogna di cui la politica porta tutte le responsabilità. Nonostante i ritardi, i trabocchetti, le regole cambiate in corsa, la provvisorietà della norma, dal 2006 al 2011 gli italiani che diligentemente ogni anno mettono il cosice fiscale dell’organizzazione (Onlus, Ente di ricerca scientifica o sanitaria) sono passati dai 13 milioni ai quasi 17 milioni, e qui non vale il riparto automatico della platea dei contribuenti. Nel numero in edicola da venerdì 7 giugno troverete una raffica gustosissima di tabelle, classifiche di settore e per ente, per 12 pagine speciali. Consiglio a Letta e Patroni Griffi di andare a vedere i risultati degli 8000 comuni italiani che in totale hanno raggranellato meno di 600mila firme, erano 1,7 mln nel 2006! E se tanto mi dà tanto mi sa che senza la previsione dell’art 4 “In caso di scelte non espresse, la quota di risorse disponibili, nei limiti (dice Patroni Griffie non il testo ufficiale per ora) di 61 milioni, è destinata ai partiti in proporzione alle scelte espresse”, il bottino sarebbe molto molto magro.

Insopportbile poi la notazione del ministro che dice che “Il che significa che le scelte potranno essere fatte dai contribuenti solo nella dichiarazione dei redditi che andrà compilata nel maggio 2014. Ma l’analisi di circa 40 milioni di dichiarazioni dei redditi e gli adempimenti successivi fanno sì che le somme saranno messe a disposizione dei partiti al più presto nel 2016, cioè circa un anno e mezzo dopo, come avviene per il 5×1000 delle Onlus”, mostrando di non sapere nulla di quanto accade. E capire e sapere è un dovere, vivvaddio!

Infine, caro Letta, caro Patroni Griffi, una domanda è d’obbligo: visto che avete impiegato pochissimo per metter su una legge a favore dei partiti, quando renderete norma quella del 5 mille? Basterebbero 3 giorni 3. Inoltre quando risponderete alle domande che anche in Parlamento cominciano a fioccare (vd interrogazione)? Ovvero: come mai le firme aumentano e il totale del 5 per mille diminuisce? Non è che avete scippato qualche decina di miolione di euro alle oragnizzazioni che sole curano la tenuta sociale del Paese applicando un 4 per mille invece del 5? Il tutto prendendo in giro contribuenti e organizzazioni?

R.s.v.p. e non perdetevi Vita il prossimo 7 giugno.

 


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