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Politica & Istituzioni

Donare è una cosa seria

di Riccardo Bonacina

Si merita di essere ingannato colui che, nell’atto stesso di dare, pensava già al contraccambio. Tra molti e vari errori di coloro che vivono in maniera sconsiderata e con leggerezza, carissimo Liberale, direi che quasi nulla è più indegno del fatto che non sappiamo dare e ricevere benefici (doni).
Ne consegue pertanto che si è cattivi debitori di ciò che viene donato male; ci lamentiamo troppo tardi dei benefici non restituiti: infatti, nello stesso momento in cui li abbiamo donati erano già perduti.

(Seneca, De Beneficiis, Libro I)

Donare è una cosa seria, ce lo ricorda Seneca che ci parla dalle radici millenarie della nostra cultura, e noi pure lo sappiamo, eppure questa settimana ci sono 3 episodi che val la pena sottolineare e stigmatizzare perché indicano delle deviazioni possibili dal giusto senso del donare.

Trasparenza ad orologeria e cause related marketing farlocco

Il primo ha come protagonista Chiara Ferragni, persona e brand, e Balocco la nota azienda dolciaria italiana specializzata nella produzione di dolci da forno.

«Questo Natale io e Balocco abbiamo pensato ad un progetto benefico a favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino. Con Chiara Ferragni Brand abbiamo creato un pandoro limited edition e sosteniamo insieme un progetto di ricerca per nuove cure terapeutiche per i bambini affetti da osteosarcoma e sarcoma di Edwig». Il 24 novembre 2022 Chiara Ferragni era «davvero fiera di rendere il Natale un po’ più rosa e dolce con questo pandoro» e il suo post su Instagram incassava il consenso di 678 mila like e migliaia di cuoricini. Mercoledì scorso, però l’Antitrust ha messo in dubbio l’iniziativa di Balocco griffata Ferragni aprendo un’istruttoria e visitando gli uffici dell’azienda di Fossano. E ora il Natale con preparato rosa per spolvero, 750 grammi a circa 9-10 euro a confezione, che avrebbe dovuto dare una mano ai bambini malati di tumore, rischia di costare salatissimo alla società dolciaria piemontese.

Secondo l’Antitrust i consumatori sono stati indotti a pensare di contribuire a una donazione verso un ospedale, acquistando un pandoro della Balocco griffato Ferragni. Mentre l’ammontare dell’assegno che sarebbe andato al struttura ospedaliera era già stabilito dalla società, indipendentemente dall’andamento delle vendite e dunque dall’impegno dei consumatori. Con questa motivazione l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti della Balocco S.p.A. Industria Dolciaria “per presunta pratica commerciale scorretta in relazione all’iniziativa commerciale Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino promossa tra novembre e dicembre 2022”.

Balocco al proposito in brevissimo comunicato dice che l’impegno è già stato onorato e l’azienda dolciaria ha fatto una donazione all’;ospedale torinese. Anche Franca Fagioli, direttrice dell’Oncologia pediatrica, non vuole entrare nelle polemiche: “Quando il progetto sarà terminato e ci sarà l’inaugurazione, allora daremo conto in totale trasparenza dell’ammontare della donazione effettuata da Balocco, esattamente come abbiamo sempre fatto in qualunque altro caso in cui c’è stato l’intervento di privati. Ma fino a quel momento non parlo di cifre né di modalità di donazione”.

Insomma, una trasparenza ad orologeria, diremo poi, non ora. Chi è rimasta silente è Chiara Ferragni, quella del “Sentiti libera”. Anche di fare i cazzi tuoi. Del suo compenso non abbiamo e non avremo traccia, immagino.

No, le donazioni e neppure il cause related marketing si fanno così!

Il dono dello stagista

Il secondo episodio ha per protagonista l’Istituto Italiano per la Donazione, benemerita istituzione per la promozione della cultura del dono fondato nel 2004 da Fondazione Sodalitas e Forum del Terzo settore, che ha promosso anche il marchio “IID – Donare con Fiducia” ai soci aderenti.

E sino a qui, chapeau, un’istituzione con cui spesso ho collaborato. È perciò con sorpresa e con disagio che ho visto, su segnalazione di colleghi, l’inserzione nella loro pagina “Collabora con noi” di un testo che ricercava: “Il/la tirocinante durante lo stage part time al 50% (da concordare se mattina o pomeriggio) sarà chiamato/a ad occuparsi di: supporto nell'attività di relazione con gli enti partecipanti al Giorno del Dono 2023; supporto nell'attività di organizzazione di tutti gli eventi legati al Giorno del Dono 2023; supporto nell'attività di comunicazione atta a promuovere il Giorno del Dono 2023”.

4 mesi con un’indennità mensile di 150 (centocinquanta) euro!!!. E no cari amici il dono non dovete pretenderlo dagli stagisti, abbiate la decenza di offrire un’attività di volontariato formativa allora, un arricchimento curriculare per qualsiasi giovane e in quanto ente del terzo settore lo potete fare. Ma uno stage a 150 euro non lo si può proprio vedere né sopportare. Aspetto scuse pubbliche per un annuncio che vedo avete in parte censurato, ma come sapete su internet tutto resta (vedi immagina). Qui la nuova versione dell’annuncio epurata dalla cifra.

Delpini, Berlusconi e gli intellettuali cattolici

Se il dono è una cosa seria, il perdono cristiano lo è ancor di più. Perdono che non lo si dà, ma lo si invoca. Il terzo episodio lo offre alla riflessione il funerale di Berlusconi e in particolare la predica del vescovo Mario Delpini che come hanno notato Il Manifesto e Il Fatto (non giornali attenti alle ragioni della fede cristiana e cattolica) non ha concesso nessuna beatificazione: Il Manifesto “Il vescovo non lo beatifica” e Il Fatto: “Nessuna canonizzazione, ma un’omelia molto breve, gelida e assolutamente distaccata, senza alcun riferimento biografico. Un testo scritto evidentemente con il chiaro intento di non poter essere strumentalizzato e di restare abbastanza distante dalle polemiche sulla figura dell’ex premier”. Fa strano, quindi, che alcuni degli intellettuali cattolici di riferimento del mondo cattolico e vaticano, grandi firme su quotidiani importanti, invece attacchino Delpini sui loro social come hater della peggior specie, accusandolo di lavorare per l’ufficio stampa di Mediaset o peggio. Dimostrando così anche un certo analfabetismo funzionale (Unesco: «la condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità») a differenza dei colleghi de Il Fatto e del Manifesto, per citare solo i più distanti (ma basterebbe leggere Massimo Franco che la definisce “Omelia perfetta”). Analfabetismo funzionale, ovviamente dovuto non a scarsità di istruzione ma ad eneorme presunzione, ma gli effetti sono simili, non si riesce a leggere bene e perciò a capire.

A questi amici cattolici, anche di potere, consiglierei di andare a rileggersi “Il cinque maggio” di Alessandro Manzoni dedicato a Napoleone, per imbattersi una volta ancora nella pietas cristiana e finanche illuminista, dove l’uomo di fede non ha altra parola di fronte alla sofferenza e alla morte che affidare il suo simile, “un uomo” al giudizio di Dio. Ecco quel che ha detto e fatto Delpini.

P.S. Questa versione della Puntina ha provocato tante tante reazioni e perci tanto interesse e iterazioni, alcune reazioni meritano di restare private, altre devono essere rese pubbliche per correttezza di informazione:

Caro Riccardo,

donare è una cosa seria, affermi.

Il secondo “episodio” da te considerato nella tua ultima “puntina” ha riguardato l’offerta dell’Istituto Italiano della Donazione di un’indennità mensile di € 150 per un “tirocinio curriculare” previsto dalla normativa di riferimento. Secondo quanto hai scritto, questa iniziativa indica una “deviazione dal giusto senso del donare”. “Mi aspetto scuse pubbliche” hai tuonato.

Mi sento, dunque, in dovere di richiamarti allo stato delle cose su una opportunità che l’Istituto offre dal 2015, anno di istituzione del Giorno del Dono.

Il tirocinio da noi richiesto è curriculare ovvero previsto nei programmi universitari, da non confondere con lo stage extracurriculare, come specificato nel nostro annuncio. Il tirocinio non è richiesto a titolo di “dono” ma diventa una concreta opportunità per studenti che intendono assolvere ai loro “obblighi” universitari. Inoltre, per norma, non è previsto alcun contributo e l’indennità mensile non corrisponde ad una condizione posta dalle università (con cui abbiamo accordi formali), ma rappresenta una scelta che stiamo confermando nel tempo per rendere maggiormente sostenibile l’esperienza. Per intenderci: per contribuire almeno alle spese per raggiungere l’ufficio.

È una pratica comune come risulta anche dal sito di Vita in cui vengono pubblicati tirocini curriculari delle organizzazioni non profit a semplice rimborso spese.

La tirocinante o il tirocinante affianca il personale dell’istituto per quattro mesi ed è impegnato nella preparazione del Giorno del Dono, in un percorso che restituisce, come abbiamo avuto di modo di verificare nel tempo, senso, relazioni e consapevolezza. Sono quelle classiche situazioni in cui tutti si arricchiscono senza danni collaterali per nessuno.

Donare è una cosa seria? Siamo profondamente d’accordo. Informare, commentare, tentare di fare opinione però non lo dovrebbe essere di meno. Chi deve scusarsi?

Chiarito il tuo errore, non abbiamo dubbi che avrai cura di dare visibilità alla nostra risposta.

Stefano Tabò

Presidente Istituto Italiano della Donazione

Carissimo Stefano,

quell'annuncio, prima della vostra opportuna revisione (come mai lo avete cambiato se era tutto così chiaro?) ha suscitato lo scandalo di una quindicina di giovani utenti del sito che ci hanno scritto segnalandocelo. Magari avranno scritto anche voi, anche se un giornale è pur sempre una portineraria preferita.

Avete tolto quella cifra che generava confusione e depressione. Non era meglio usare l'espressione, come tu stesso dici citando altri annunci, di “rimborso spese” invece dell'equivocabile “indennità”?

Mi devo scusare, forse sì perchè ho scritto appena arrivate le segnalazioni senza approfondire (ma il senso della Puntina è proprio nella sua reattività e velocità senza pretesa di far opinione), ma voi forse dovete imparare a far meglio gli annunci. Credo

Ovviamente darò riscontro, come giusto, della tua lettera

Con amicizia Riccardo


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