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J’accuse Italia Uccidi un popolo

Nomadi. Intervista con l’antropologa francese Soustre de Condat

di Paolo Grassi

Ci catturano i ritmi dei Gipsy Kings e tifiamo per Esmeralda, la giovane zingara del cartone animato Disney ?Il gobbo di Notre Dame?. Ma quotidianamente ignoriamo i nomadi e la loro cultura millenaria, oscurata dalla cronaca nera, che però riguarda solo una parte di loro. Questa lacuna adesso è colmabile grazie al libro ?Rom, una cultura negata? dell?antropologa francese e tziganologa Daniell Soustre de Condat, presidente del Comitato internazionale per la difesa dei bambini nomadi. Promosso in Italia dal Comune di Palermo e inserito fra le iniziative dell?Anno europeo contro il razzismo, il volume è distribuito gratuitamente anche in altri tre Paesi dell?Unione europea. Signora de Condat, la nostra società sembra del tutto inconsapevole di essere attraversata dalla cultura gitana… «Secondo me è una inconsapevolezza voluta inconsciamente. Nel nostro immaginario collettivo è molto più comodo far passare i gitani, che sostano nei campi nomadi delle nostre città, come sporchi, brutti e cattivi. Non ci piace ammettere che ci hanno regalato il flamenco o che la nostra moda ha attinto a piene mani dal loro guardaroba, specie per gioielli e tessuti. Anche molti grandi pittori europei, come Matisse e Mueller, si sono lasciati sedurre dai loro vivaci colori». Perché gli zingari si nascondono a chi zingaro non è? «Il fatto di celare la loro cultura li ha protetti fino a oggi. Conosco abbastanza bene la storia delle tribù primitive per affermare che di quelle che si sono fatte indagare antropologicamente non rimane più niente. I gitani, sotto un falso aspetto di sottoproletarizzazione, hanno voluto autoproteggersi». Cosa fa l?Europa per far sopravvivere gli zingari anche alla società post-industriale? «In Inghilterra, Francia e in parte anche in Germania il mondo gitano è protetto. Altrove no. La Spagna ha rubato agli zingari il loro folclore, specie a Barcellona, mentre per Italia, Grecia e Portogallo semplicemente non esistono. Ma ciò che è più grave, è che i bambini gitani vivono in condizioni di enorme disagio. Chiediamoci quali responsabilità abbiamo nei confronti di questi bambini che, sotto casa, ci chiedono l?elemosina. Anche se diamo loro mille lire, abbiamo la stessa pesante responsabilità degli aguzzini che li mettono sui marciapiedi». Secondo lei l?Italia si disinteressa del tutto dei gitani? «L?Italia è completamente latitante al riguardo. Sugli zingari non esiste una legge-quadro ma una miriade di leggi, leggine e decretini, per di più spesso in contraddizione tra loro, da una regione all?altra, a seconda del partito che governa». Cosa dobbiamo fare per salvare il particolare cosmo dei rom? «Innanzitutto bisogna smettere di pensare ai gitani – cosa del tutto ingiustificata – come a un gruppo asociale. Sono una minoranza etnica riconosciuta e protetta dall?Onu dal 1979 e tutelati da specifiche raccomandazioni dell?Unione europea. Occorrerebbe solo che i nostri politici si decidessero a emanare una normativa organica». La gente dice che gli zingari preferiscono il furto e l?accattonaggio al lavoro… «I rom sono gli inventori del circo e sono ottimi allevatori di cavalli: nei dintorni di Roma alcune grandi famiglie Sinti, italiane, li addestrano ancora, così come le tribù della Camargue e altre in Spagna. Sono davvero abilissimi nel lavorare il rame e l?oro. Molti Rom vendono fiori, pentole e vimini, mentre altri vivono del loro folclore e della musica. Il problema è che tutti i lavori artigianali stanno scomparendo nella loro società come pure nella nostra. Per questo motivo molte tribù sopravvivono solo grazie all?accattonaggio». Dove vivono i gitani Secondo il Centro di studi zigani di Parigi, nel 1993, prima della fine del conflitto nella ex-Jugoslavia, in tutta Europa vivevano 8 milioni di zingari. Ma la cifra registra in gran parte i nomadi, mentre oggi i gitani sono prevalentemente sedentari o semisedentari. Entro i confini dell?Ue risiedono 1 milione e 200 mila gitani. In Italia, dove ce ne sono circa 100mila, si dividono in due gruppi: i sinti, di origine pakistana, e dei rom (che significa ?uomo? o ?signore? ma che potrebbe anche essere l?abbreviazione di ?romanè chavè?, zingari d ?Europa). Forte è invece la presenza zingara nei Paesi dell ?Est: 2 milioni e mezzo nella sola Romania, 900mila nei Paesi della ex-Jugoslavia, 800mila in Bulgaria, 600mila in Ungheria, 530mila nella Russia europea.


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