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Education & Scuola

L’anti Aids da pari a pari

Hanno tra i 20 e i 30 anni. Girano le scuole medie di Milano con un progetto lanciato dal comune. Per conoscere rischi. E alternative

di Carmen Morrone

Il miglior professore per spiegare ai ragazzi cos?è il virus dell?Hiv e come evitarlo? Ragazzi poco più grandi d?età, capaci di comunicare sulla stessa lunghezza d?onda. Come i volontari del progetto Prometeo, promosso dall?Ufficio Aids del Comune di Milano e dall?associazione Arché: tutti giovani fra i 20 e i 30 anni che girano le scuole medie di Milano e dell?hinterland per sensibilizzare gli alunni sull?Aids. Con un?attenzione particolare ai ragazzi di terza media, spiega Mirella Savegnago di Arché, «una categoria a rischio ma anche una risorsa da coinvolgere sui temi della solidarietà». Il progetto, di cui finora hanno beneficiato circa 3mila studenti, prevede tre incontri di due ore ciascuno, il primo e l?ultimo con giovani volontari, figure mediatrici e promotrici di una cultura solidale vicina a quella dei ragazzi secondo il meccanismo del peer to peer, da pari a pari. L?incontro centrale, invece, si avvale di un medico. Tiziana La Rocca, una dei volontari di Prometeo, spiega così questa esperienza: «Quando noi siamo in classe, non intendiamo aumentare il numero di frasi sull?Aids scientificamente corrette conosciute dai ragazzi, ma entrare in un processo conoscitivo. Il gruppo, infatti, troverà le sue parole per parlare di Aids, in uno spazio in cui ogni giudizio è sospeso». Nel lavoro in classe volontari e medici partono dall?ascolto dei ragazzi. Si cerca di creare un clima di partecipazione attraverso una metodologia interattiva che utilizza brainstorming, lucidi e giochi di gruppo. Dagli studenti delle medie a quelli delle superiori. Cui è rivolto il progetto Perché rischio? della Lila. Obiettivo: «Far riflettere i ragazzi tra i 16 e i 19 anni, che spesso hanno già avuto rapporti sessuali e che in alcuni casi hanno esperienze di droga e alcol, su ciò che li porta ad esporsi a comportamenti rischiosi e dannosi per la salute», spiega Lella Cosmaro della Lila Milano. Il percorso di lavoro degli operatori che entrano nelle scuole, si articola in quattro incontri durante i quali i ragazzi sono stimolati a ragionare partendo dall?esperienza personale. Per questo viene chiesto di costruire due personaggi su due cartelloni sui quali appiccicano post-it con le informazioni sui comportamenti tenuti e i relativi rischi. Nell?incontro successivo, insieme a uno psicologo, i ragazzi discutono se i due personaggi sono diventati consapevoli dei rischi e se sono disposti ad accettarli, quali sono i motivi che li spingono ad agire in questo modo, e se è possibile trovare delle alternative per eliminare i rischi e ,allo stesso tempo, soddisfare desideri e bisogni. Alla fine i volontari della Lila incontrano anche i genitori e una rappresentanza di studenti per comunicare i risultati del percorso formativo e per suscitare un?armonicità nei messaggi.


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