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L’Authority ci serve

Con il presidente Luciano Violante è iniziato da qualche mese un dialogo interessante che,potrà dare frutti importanti in merito al riconoscimento del Terzo settore.

di Edoardo Patriarca

Con il presidente Luciano Violante è iniziato da qualche mese un dialogo periodico e interessante che, ne sono certo, potrà dare frutti importanti in merito al riconoscimento del Terzo settore come sistema di rappresentanza non solo delle fasce deboli della società italiana, ma anche dei più innovativi percorsi di partecipazione democratica alla vita del Paese, e come sistema di produzione di un?economia civile, sostenibile e senza fine di lucro. Questa intervista è un?ulteriore e apprezzabile conferma della serietà di questo dialogo. Mi permetto allora di rilanciare due questioni cruciali. La prima. Violante dice che i contenuti e l?identità di questo mondo andrebbero meglio definiti e precisati. Purtroppo, è vero, a livello istituzionale l?unica legge che ha tentato di definire il Terzo settore è di tipo fiscale. Ma non è colpa nostra se si è scelto di partire proprio da qui, mentre la riforma del primo libro del Codice Civile che dovrà dare del Terzo settore una definizione civilistica è ancora in alto mare. Presidente, ci aiuti lei. Non abbiamo mai chiesto, a differenza dei vari poteri economici, qualche spicciolo di beneficio, chiediamo un regime di pari opportunità. Anche perché, malgrado la mancanza di una legge quadro, non si può certo dire che oggi non sia chiaro cosa sia il Terzo settore e che caratteristiche abbiano gli enti che ne fanno parte. L?Authority. È forse vero che ce ne sono troppe. Spesso sono state sentite come un?imposizione da parte di chi doveva essere controllato, in questo caso è il Terzo settore stesso a chiedere un controllo. Viviamo del rapporto di fiducia diretto coi cittadini e, soprattutto, in un momento di polemiche sulle truffe della solidarietà, sentiamo necessario uno strumento che controlli e che sanzioni chi s?approffitta del non profit.


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