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La mia comunità oggi va su due ruote

Don Antonio Mazzi ha avviato una serie di micro-carovane per recuperare i ragazzi dalla tossicodipendenza.

di Don Antonio Mazzi

Ho deciso di avviare una serie di micro-carovane per recuperare, in modo simpatico e pragmatico, i ragazzi dello ?sballo?. Partiremo quattro volte all?anno, per due mesi, con una quindicina di mountain-bike, duemila chilometri di percorsi sconosciuti, viaggio con qualsiasi tempo. Metteremo insieme fatica, avventura, sballo positivo. Da tempo arrivano in cascina genitori spaventati perché hanno ?pescato? i figli a spinellarsi o, per vie traverse, hanno saputo di pasticche e alcool. I segnali dal mondo giovanile arrivano pesanti. Le ricerche e le statistiche parlano di due terzi di adolescenti che incontrano queste sostanze e si impattono con queste esperienze. Cosa fare? Le vecchie e storiche comunità non sono adatte, le sedute interminabili e barbose con gli psicologi non servono, fare niente è troppo poco. Da vecchio innamorato dello scoutismo, non potendo più mettermi i pantaloni corti e lo zaino in groppa, li faccio mettere ad altri. È stimolante fare un giro d?Italia alternativo. Quelli del giro vero lo fanno da dopati, i nostri invece, lo fanno per ?sdoparsi?. I quattordicenni che il sabato sera o tutti i pomeriggi, demotivati e annoiati, fanno centinaia di ?vasche? per poi finire la giornata nei bar o sulle panchine, si impasticcano e bevono birra a gogò per colmare il buco che hanno dentro la loro coscienza, voglia di riflettere ne hanno poca, e tanto meno hanno voglia di sentire le prediche. Invece, sbatterli su una bici, obbligandoli a fare cento chilometri al giorno, può diventare simpatico. Se funziona il marchingegno, partono con il sedere sano e la testa rotta, e dovrebbero tornare con il sedere rotto e la testa sana. Nel manuale delle giovani marmotte si legge del ?tonno?: “Il tonno è buono ma non è questa la sua unica qualità. Risulta, infatti, da uno studio condotto per una decina di anni da una squadra di ricercatori statunitensi, che il tonno sia un campione di forza. A parità di peso, è stato calcolato che è in grado di sprigionare energia quaranta volte più di qualsiasi altro pesce, quando balza fuori dall?acqua. Ma è anche un campione di resistenza: può compiere anche oltre 8mila chilometri, senza mai rallentare! Questo pesce è condannato a nuotare perché è sprovvisto della vescica natatoria, quella specie di palloncino che, riempiendosi o svuotandosi d?aria, permette ai pesci di mantenere l?equilibrio alle differenti profondità (proprio come i sottomarini). Per non andare a fondo, non può far altro che nuotare in continuazione. Questo pesce poi ha un?elevatissima temperatura interna che solo il continuo spreco di energie, ottenuto nuotando, permette di mantenere entro livelli accettabili”. Per me questo è vangelo, applicabile a tonni ?sballati?.


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