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La mortalità infantile è un dramma per l’umanità

Siamo ben lontani dal raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Secondo l’OMS, 1,2 miliardi di persone al mondo non hanno accesso a fonti di acqua potabile e 2,4 miliardi sono privi di adeguati servizi igienico-sanitari.

di L'Albero della Vita Onlus

Siamo ben lontani dal raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Secondo l’OMS, 1,2 miliardi di persone al mondo non hanno accesso a fonti di acqua potabile e 2,4 miliardi sono privi di adeguati servizi igienico-sanitari. Ogni anno 5 milioni di persone muoiono a causa di malattie portate dall’acqua, di cui 1,8 milioni di bambini come conseguenza diretta della diarrea e di altre malattie causate dall’acqua impura e da servizi igienico-sanitari scadenti.

“I bambini sono i più vulnerabili perché malnutriti e dunque preda di malattie infettive quasi tutte prevenibili o curabili” – afferma Patrizio Paoletti, Presidente di Fondazione L’Albero della Vita. Nel 2007 le stime hanno mostrato un calo del 27% del tasso di mortalità sotto i cinque anni, tuttavia il dato annuale di mortalità è ancora di 9,7 milioni di bambini sotto i 5 anni;  tra le principali cause: infezioni respiratorie acute, diarrea, malaria e malnutrizione. Molti di quelli che sopravvivono non sono in grado di crescere o sviluppare il loro pieno potenziale di vita. Questo triste bilancio è verificabile in molti paesi del sud del mondo, tra i quali Kenya, Haiti, l’India e il Perù, dove L’Albero della Vita interviene per contrastare le gravi emergenze sanitarie con programmi di prevenzione e sensibilizzazione, controlli medici periodici, costruzione di strutture igieniche; distribuzione giornaliera di alimenti e di materiali per l’igiene personale. Gli interventi fino ad ora attuati coinvolgono 2.600  bambini e 13.000 famiglie in India. Ad Haiti: insicurezza alimentare e difficoltà di accesso ai servizi di base a seguito del sisma e del colera hanno creato una vera emergenza umanitaria. L’Albero della Vita con altri partner ha partecipato alla ricostruzione di una Clinica a Whaf Jeremie, unico presidio sanitario per 50.000 persone, equipaggiandola della strumentazione sanitaria, dotandola di personale medico e paramedico con un’assistenza specifica per l’infanzia. Inoltre è stato attuato un programma di sostegno nutrizionale e di accompagnamento materno e infantile.


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