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La rabbia delle coop

Accusate di violare i contratti, le cooperative si difendono: «Cofferati spara nel mucchio. Così la trattativa sarà difficile». E il non profit è con loro

di Redazione

La sortita di Cofferati sulle cooperative sociali ha colpito in modo netto il mondo delle coop e in genere del non profit. Il segretario della Cgil nei giorni scorsi aveva segnalato, in modo abbastanza deciso, come la confusione normativa in cui vive il socio-lavoratore, figura specifica di questa forma di impresa sociale, dia luogo a forme di sfruttamento e di mancato rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori. Un giudizio duro, che ha scatenato reazioni a tratti anche feroci. Ad aprire il fuoco ci pensa Luigi Marino, presidente di Confcooperative: «Se Cofferati non correggerà il tiro delle sue dichiarazioni», dice Marino, «avremo dei problemi a sederci al tavolo convocato dal ministro del Lavoro Treu per risolvere l?annosa questione del socio lavoratore. Il segretario della Cgil spara nel mucchio, senza fare distinzioni tra coop ?spurie?, dove indubbiamente sono possibili fenomeni come quelli da lui denunciati, e coop aderenti alle centrali, dove i diritti dei lavoratori sono tutelati in modo completo». Cofferati aveva denunciato la richiesta delle cooperative sociali di tagliare del 30 per cento le retribuzioni rispetto ai contratti collettivi di lavoro. Ma la versione di Marino è diversa: «Abbiamo solo chiesto che in determinate condizioni sia possibile ridurre i livelli salariali, fino a un massimo del 30 per cento». Più moderata la posizione di Ivano Barberini, presidente della Legacoop: «Siamo aperti ad osservazioni e critiche, purché fondate su dati reali», sostiene, «e crediamo che l?incontro proposto da Treu con il sindacato potrà chiarire molte cose. Il problema è che per definire in modo completo e adeguato la figura del socio lavoratore non basta il contratto, ma ci vuole una legge, che vincoli tutti i soggetti della cooperazione al rispetto delle regole. Altrimenti fenomeni di abuso saranno sempre possibili». Chi non ha gradito affatto la sortita di Cofferati è il Forum del terzo settore, che ha scritto al segretario della Cgil, bollando il suo comportamento come miope e denunciando le difficoltà che questa posizione rischia di creare nel confronto tra Terzo settore e sindacato. Una posizione che non trova d?accordo l?Auser, aderente al Forum ma anche vicina al mondo sindacale: «Il Forum deve rappresentare le organizzazioni che vi aderiscono», sostiene il presidente Elio D?Orazio, «e non proporsi come soggetto contrattuale».


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