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Attivismo civico & Terzo settore

La seconda volta di Renato Natale candidato anti camorra

di Chiara Caprio

La prima volta che Renato Natale venne eletto sindaco di Casal di Principe riuscì a resistere undici mesi. Ed è un sopravvissuto. Il piano dei Casalesi infatti non era solo quello di farlo cadere politicamente, come poi avvenne. Dalle carte del processo Spartacus si capì che l’idea del boss Francesco Schiavone era di farlo uccidere da un immigrato albanese, simulando un incidente di macchina. Era il 1994. «Per quanto complessa e dolorosa, quella fu un’esperienza entusiasmante», racconta Renato Natale con la voce persa nei ricordi, ma sempre energica. «Non è stata una sconfitta. I cittadini ricordano ancora quei mesi di 18 anni fa come “la Primavera di Casale”». E proprio per via ? o nonostante ? questi ricordi, Renato Natale ha deciso di provarci di nuovo, e sarà candidato sindaco alle prossime elezioni comunali, previste per il 7 maggio. Sessantadue anni spesi nella provincia di Caserta come medico e uomo delle associazioni, Natale ha ancora la voglia di rilanciare la propria terra, ma partendo da una candidatura civica, lontana dai partiti politici «che non si sono dimostrati molto all’altezza in queste nostre terre», afferma.

Tutti per uno
Recentemente nei Comuni d’intorno un’inchiesta della magistratura ha mandato in carcere sindaci, consiglieri comunali, consiglieri provinciali, in buona parte del Pdl «ma non sono mancati quelli del Pd, come il caso di un consigliere comunale di Villa Literno. Non possiamo considerarli colpevoli fino alla condanna definitiva, vero, ma a fronte di questi eventi, dovevano e devono fare autocritica e mettersi da parte, per dare la possibilità alla società civile di auto-organizzarsi, al di là dei simboli e delle divisioni artefatte».
Incassato il sostegno di Sel e Pd («Un’altra Casal di Principe è possibile, così come un altro modo d’intendere la politica», ha dichiarato ai giornali Dario Abbate, segretario del coordinamento provinciale del Pd di Caserta), Renato Natale ha convinto anche Fli, Udc e Pdl, che hanno appoggiato la sua candidatura, senza però firmare alcun accordo politico con le forze opposte. «A Casale si è formato uno schieramento fatto da persone del posto con l’aiuto e l’appoggio delle forze politiche, con l’obiettivo di contrastare la criminalità organizzata», ha dichiarato il coordinatore regionale del Pdl, Nitto Palma. Un delicato equilibrio che piace a Natale, «anche se noi vogliamo andare oltre: vogliamo dimostrare, in modo sperimentale, che si può rifondare il modo stesso di fare politica. Se riusciamo a fare questo a Casal di Principe, allora è possibile farlo anche in altre zone», spiega con un sorriso.

La politica che non t’aspetti
Questa idea di rifondare la politica e dare spazio ai cittadini, qui non nasce da slogan precostituiti, e non è una formula elettorale e basta, ma attinge alla lunghissima esperienza di Natale come presidente e volontario dell’associazione Jerry Masslo, «che dovrò lasciare un po’ più nelle mani di altri amici e volontari». L’impegno che in questi anni l’ha portato ad occuparsi sempre più del terzo settore nel casertano ha ispirato il suo progetto di candidatura, «perché il mondo del volontariato opera in modo naturale per la coesione sociale, per riuscire a stabilire dei rapporti di solidarietà all’interno delle comunità: un aspetto che è fattore fondamentale per lo sviluppo. Il terzo settore è un valore aggiunto al servizio di tutti, che si fonda sull’importanza della partecipazione. Le associazioni vivono di democrazia e servono all’esercizio del “buon uso” del sistema democratico. Anche l’attività di assistenza ai disabili o ai malati psichiatrici è politica, perché interviene nella realtà e nella comunità per trovare soluzioni e dare risposte ai bisogni».
Ed è proprio da questi bisogni che Natale vuole ripartire, affidando alle liste civiche la possibilità di esprimere persone del sociale che non si sono costruite una carriera nei partiti: «Avrei voluto coinvolgerli di più, perché credo che sia possibile affrontare i problemi di questa città solo se il mondo del terzo settore, che è cresciuto e ha acquisito competenze e capacità portando lavoro e ricchezza, si deciderà a candidarsi alla guida,» spiega con decisione.
Nelle liste compaiono i nomi di persone come Mirella Letizia, responsabile della cooperativa Eureka, sorta su un bene confiscato, e Amedeo Caparso, giovane responsabile di progetti di volontariato legati alla Caritas locale, ma l’ambizione è quella di riuscire a coinvolgere queste realtà nella gestione della cosa pubblica e all’interno delle consulte. «Abbiamo chiesto aiuto al mondo della cooperazione sociale per pensare a proposte di sviluppo economico, cercando di trasferire le esperienze dell’economia sociale all’interno dell’amministrazione comunale, in particolare ispirandoci ai modelli di utilizzo dei beni confiscati alla camorra messi in campo dalle cooperative. Vogliamo produrre ricchezza, dare lavoro e far diventare protagoniste tutte le persone, anche quelle che un tempo erano considerate soltanto “da assistere” e che ora invece possono diventare protagoniste attive. È molto importante, perché in questo territorio la crisi economica è anche una crisi dell’economia criminale. Bisogna evitare che qualcuno possa insinuare che quando c’era la camorra si stava meglio…», afferma Natale.

Codice etico, rifiuti tossici
Il programma è fatto di parole chiave, in primis legalità. Tutti i candidati infatti hanno sottoscritto il Codice etico del buon amministratore, presentato il mese scorso da Avviso Pubblico alla Camera dei Deputati. Si inseriscono poi solidarietà, «per garantire a tutti i cittadini, compresi gli immigrati, il sostegno delle autorità: devono sapere che non sono soli», e ambiente. «La zona che va da San Giuliano a Casal di Principe ha subìto sversamenti di rifiuti tossici, un fenomeno che ha colpito gravemente la salute di noi cittadini. Siamo il territorio con il più alto tasso di tumori in Italia e ora dobbiamo procedere a una bonifica, soprattutto se vogliamo rilanciare i nostri prodotti agricoli e la nostra economia», spiega Natale. Il pensiero va ancora alla criminalità organizzata, responsabile di questo inquinamento. «Ora non ci accerchiano militarmente, ma sono entrati nell’economia, quindi bisogna stare vigili perché questi signori, dopo aver inquinato il territorio, non pensino di poter guadagnare anche dal risanamento».


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