Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Attivismo civico & Terzo settore

La sostenibilità inizia dal pallet

Primo Barzoni, presidente di Palm

di Andrea Di Turi

Altis e Csr manager network per il settimo anno propongono il corso per i professionisti impegnati, a tempo pieno o part-time, nella gestione delle problematiche socio-ambientali e di sostenibilità. Il primo incontro si è tenuto martedì 22 febbraio e ha avuto per tema “CRS e low carbon economy: strategie, strumenti, frontiere”.
Nell’ambito della giornata si è tenuta una tavola rotonda su “Responsabilità sociale, innovazione e low carbon economy” a cui hanno partecipato Marina Parmigiani, di Unipol, Luca Ruini, di Barilla e Primo Barzoni, presidente e amministratore delegato di Palm. Palm è un’azienda che produce pallet, o bancali, quelle pedane utilizzate per immagazzinare, movimentare e trasportare una quantità di materiali commerciali e industriali. Ed è un’azienda ha adottato una filosofia green tanto che digitando www.palm.it, per visualizzare il sito istituzionale si viene reindirizzati su www.greenpallet.it. In Palm, azienda mantovana di 60 persone che nel 2001 festeggia trent’anni, tutto è pensato secondo criteri di responsabilità sociale e green economy. Anzi, di “blue economy”, in omaggio alle teorizzazioni dell’imprenditore ed economista visionario belga, Gunter Pauli.
Spiega a Vita, Primo Berzoni: «La nostra azienda è ispirata ai cicli naturali, dove il concetto di rifiuto sparisce. Il nostro non è un prodotto per il prodotto, ma un portatore di valori». Una svolta maturata negli anni 90 quando in Germania il decreto Topfer ha introdotto il principio che gli imballaggi debbano essere realizzati in modo sostenibile. «Vedevo che l’imballaggio era parte del prodotto, non separato», dice Barzoni, «poi in Italia il decreto Ronchi (dlgs 22/97, ndr) ha introdotto la corresponsabilità tra produttore e consumatore, ragionando su design ecologico e ciclo di vita del prodotto. Da lì ho deciso di trarre valore dall’imballaggio. Se noi inseriamo la biodiversità nel conto economico, troviamo che occuparcene fa risparmiare».
È nato così il pallet “a km 0”, prodotto sul posto (col legno di pioppo, in Italia abbondante), vicino ai luoghi di consegna, poi recuperato a fine vita. Dal 2009 c’è il Disciplinare di riferimento per il green pallet “sano, sistemico ed etico”, che definisce gli impegni che ogni soggetto della filiera del pallet eco-sostenibile deve assolvere per poter utilizzare il marchio Green Pallet, promosso e tutelato dal consorzio appositamente costituito fra produttori, trasformatori, distributori.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA