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Lei mi disse: Dio ha bisogno degli uomini

Sister Patrick, la superiore italiana:«Siamo qui per rispondere alla sete di Lui che è in tutti. La santità? Teresa diceva: basta desiderarla»

di Mirella Pennisi

«I am thirsty. Ho sete. Noi esistiamo per rispondere a quell?ultima domanda di Dio agli uomini». Sister Patrick porta un lungo grembiule di stoffa pesante blu sopra il sari orlato di celeste. Ascolta tutti. Si ferma da tutti. Guarda negli occhi tutti. Ricorda il nome di tutti. Sorride. Perché non siete tristi? «Noi crediamo alla vita eterna. E sappiamo che ora lei è felice. Come del resto è stata su questa terra». Come ha conosciuto la Madre? Perché si è ?arruolata? nel suo esercito? Sorride, sembra quasi che non lo sappia. «Dio un giorno ha parlato al mio cuore». Così all?improvviso. Mentre era occupata a girare il mondo con il tennis e lo squash. Avrebbe potuto essere una campionessa di uno degli sport più ricchi ed è diventata invece povera tra i poveri. «Quando l?ho detto in casa è quasi scoppiata una bomba. Sei mesi dopo l?ordine accettava la mia domanda di postulante». Sì perché non è facile. Non tutte le domande vengono accettate. E anche il cammino che si fa nell?ordine è lungo e a prova di ripensamenti. Ma siete uno dei pochi ordini ad avere ancora novizie. «Noi e gli ordini claustrali. È un grande segno». Cosa l?ha colpita veramente? «L?amore è ciò per cui siamo fatti. Ciò che vogliamo sopra ogni cosa. E sopra ogni amore c?è l?amore di Dio. Quando noi tocchiamo una persona la tocca l?amore di Dio. La Madre diceva sempre dovete toccare, accarezzare. Questo è un mondo in cui si ha paura di toccarsi. C?è un uomo nella casa al quale devo ogni giorno rifare una fasciatura sul polso. Il suo orologio gli dà allergia. Basterebbe lo togliesse… ma poi lui ha paura che non avrei più motivo di toccarlo». Cosa si può fare? Di cosa avete bisogno? Non risponde. Non hanno bisogno di nulla. Siamo noi ad avere bisogno e lei lo sa. «Se non siamo in contatto con Dio non abbiamo nulla da dare. Noi non passiamo tutto il tempo con le persone. Una parte della giornata la passiamo in preghiera. Solo se sono in contatto con Dio posso dare amore. La preghiera… l?ultima volta che è venuta qui insisteva perché pregassimo e chiedessimo di pregare. Diceva che solo la preghiera allarga il cuore che diventa capace di accogliere Dio. Qualcuno gli ha chiesto: come si fa a diventare santi? Basta desiderarlo, ha risposto. Il resto lo fa Dio se pregate». Lei è qui per offrire un aperitivo dell?amore di Dio. «Noi non siamo qui per assistere. Non siamo qui per curare. Queste sono persone che non cambieranno. Ma noi siamo con loro. Perché loro, così come sono, senza cambiare, o migliorare un capello del loro capo, sono amati da Dio». Il futuro? «È nelle mani della Provvidenza. Noi abbiamo un solo compito: essere fedeli».


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