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Negli USA vendite da record

E anche il presidente Barack Obama si schiera con le lobby: «Sostengo le nostre tradizioni»

di Chiara Caprio

12 miliardi di munizioni vendute, 38 per ogni abitante degli Stati Uniti. Un numero che supera di molto i 7/10 miliardi venduti tradizionalmente ogni anno nei confini USA. Secondo quanto riporta il Washington Post in un articolo (“Bullets are speeding faster out of gun shops in U.S.”) pubblicato oggi sul sito del giornale, a trarne dei vantaggi è proprio lo stato americano. In attesa di un dicembre da record, il Dipartimento del Tesoro statunitense ha diffuso le percentuali di entrate che lo Stato ha incassato nella prima metà del 2009 grazie alle tasse su pistole, fucili e proiettili: 121 milioni di dollari, di cui 75.5 in armi e 46.2 in munizioni.

Le ragioni? Secondo quanto scrivono i reporter americani, da tempo le lobby pro-armi hanno avviato una campagna contro la nuova amministrazione democratica, sostenendo con forza il pericolo di un aumento delle tasse e dei prezzi. Impauriti da questa possibilità, molti cittadini sarebbero corsi ai ripari, svuotando le riserve di negozi e aziende produttrici.

Sembra però che questa “corsa agli armamenti” abbia prodotto proprio l’effetto tanto indesiderato: una crescente scarsità di armi e un forte rincaro dei prezzi, addirittura triplicati per alcuni proiettili. E se l’aumento dei prezzi in parte è da ricondurre alle guerre in Iraq e Afghanistan, i gruppi pro-armi si appellano alle paure che minacciano la popolazione americana, spaventata dal terrorismo, dalle posizioni progressiste di alcuni politici e dai crimini comuni. Ma per quanto riguarda i crimini, i dati dell’FBI fotografano una realtà ben diversa: come riporta il Washington Post, il numero di crimini violenti è sceso, registrando il tasso più basso dal 1989.

A sedare gli animi degli attivisti più agguerriti non è servita neanche la posizione del Presidente Barack Obama, che proprio di recente ha firmato un progetto di legge sull’utilizzo di armi da fuoco all’interno dei parchi nazionali. “Il Presidente rispetta e sostiene il Secondo Emendamento e la tradizione del possesso di armi in questo paese,” ha affermato un portavoce della Casa Bianca.


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