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Sostenibilità sociale e ambientale

Non aspettiamo i politici, la rivoluzione sta a noi

Energia, qualè il futuro: parla Dennis Medows, uno dei guru dell'ambientalismo

di Elisa Cozzarini

Il Club di Roma lo prevedeva già 34 anni fa. Oggi le statistiche di più di 50 Paesi dimostrano che abbiamo oltrepassato i limiti fisici della Terra e corriamo verso un vertiginoso decremento delle risorse. A ritmo esponenziale. Questo l?avvertimento di Dennis Meadows, coautore de I limiti dello sviluppo e del recente I nuovi limiti dello sviluppo. Che avverte: dipende tutto da noi. Serve una svolta culturale e psicologica. Vita: Professor Meadows, come si può invertire la tendenza? Dennis Meadows: Non c?è una sola strada possibile. È come se le chiedessi come raggiungere Milano da Roma. Si può andare in auto, treno, aereo, etc. Dipende da cosa si cerca: velocità, sicurezza, comodità… Oggi va di moda parlare di ?sviluppo sostenibile?, ma a cosa ci si riferisce? Lo sviluppo sostenibile non è un obiettivo, ma il modo per raggiungere un risultato. Non esiste una ricetta uguale per tutti, sta a ciascun Paese cercare la propria via, adatta a quel contesto. È un?affermazione che non riscuote successo nel mondo politico: lì c?è bisogno di certezze. Vita: La fine delle risorse è una certezza? Meadows: Noi abbiamo elaborato un modello, non prevediamo il futuro. O ci credi o non ci credi. Ma se le cose andranno secondo la nostra simulazione, le conseguenze saranno catastrofiche. È come giocare alla roulette russa: su cinque possibilità, una è mortale. L?esaurimento di petrolio, acqua, cibo assieme al cambiamento climatico porteranno a un tale stravolgimento che non so dire cosa accadrà. In teoria, questo potrebbe servire a ripensare la nostra società. Invece i ricchi e i potenti stanno facendo il possibile per garantirsi i mezzi per continuare secondo uno stile di vita insostenibile. Vita: Lei afferma che la questione non è economica né tecnologica, ma culturale e psicologica. Meadows: Sì, cambiare stile di vita, produrre e consumare in modo responsabile significa rivedere abitudini, comportamenti individuali, valori e punti di riferimento. Non ho una ricetta nemmeno per questo. Il problema è la difficoltà di stabilire un nesso diretto tra un?azione e la sua conseguenza. Mi spiego: è difficile collegare l?utilizzo esagerato delle risorse al cambiamento climatico. Tuttavia dagli anni 70 a oggi la coscienza ambientalista è aumentata, soprattutto nelle giovani generazioni. Vita: Che bisogno c?era di un nuovo libro? Meadows: Buona domanda. In effetti le conclusioni e raccomandazioni oggi sono le stesse che nel 1972. Sono cambiate però le critiche: se un tempo si negava la nostra tesi, ora si dice che c?è la possibilità che abbiamo ragione. Insomma, se negli anni 70 parlavamo del futuro, ora abbiamo elementi tangibili e pareri di altri scienziati che provano le nostre conclusioni. Banalmente, scrivere un nuovo libro serviva perché nell?insegnamento non si può usare un testo troppo datato. Vita: Quindi lei punta sull?educazione dei giovani? Meadows: Non solo, anche lei e io siamo educatori: diffondiamo informazioni e facciamo il possibile per cambiare il modo di pensare delle persone. Oggi si fa come se si fosse convinti che prima di arrivare al collasso, succederà qualcosa che ci salverà. Come se fossimo sicuri di guidare un?auto che si fermerà da sola prima di un incidente. È importante dire che non è così. Vita: Cosa pensa del Protocollo di Kyoto? Meadows: Di certo non è abbastanza. Ma è un passo avanti, il segnale di un impegno a combattere il cambiamento climatico. Sono contento che la Russia l?abbia ratificato, anche se non è dipeso da una coscienza ambientalista. Mi vergogno molto che il mio Paese non l?abbia fatto e, anzi, che il presidente Bush lo consideri quasi un nemico da combattere. Vita: Dopo Katrina, però, Bush ha affermato che gli Usa aderiranno al Protocollo. Meadows: I politici si fermano alla contingenza: in quel momento serviva rassicurare gli americani. La difficoltà sta nella mancanza di una visione a lungo termine, oltre il mandato elettorale. È facile prendere decisioni che nel breve periodo sembrano portare a un aumento della ricchezza, senza pensare che cambiando orizzonte si rivelano soluzioni insostenibili. Vita: Un politico come Schwarzenegger, però, si sta impegnando per contrastare il cambiamento climatico: che ne pensa? Meadows: Apprezzo lo sforzo ma non credo lo faccia per convinzione personale. Sa, si dice che i politici siano ?leader?, secondo me sono ?follower?, seguono cioè le tendenze della società. Il pregio di Schwarzenegger è che sa essere flessibile, adattarsi. Il contrario di Bush. Il suo atteggiamento rispecchia una preoccupazione degli elettori, ma è necessaria una trasformazione radicale, dal basso, che influisca su consumi e abitudini quotidiane di ciascuno. La svolta dev?essere, come ho già detto, culturale e psicologica.


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