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Cooperazione & Relazioni internazionali

Onu: Obiettivi millennio sempre più lontani

Nessun accordo e nessuna soluzione concreta dal summit di New York sulle crisi che affliggono il pianeta

di Martino Pillitteri

Si è appena chiusa la prima parte dei lavori della 63° Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite convocata dal Segretario Generale Bank Ki Moon, l’evento di Alto Livello tra i capi di governo e di stato del mondo al fine di valutare i progressi compiuti nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Come affermato dal presidente dell’Assemblea Generale nel suo intervento di apertura la povertà nel mondo è agli stessi livelli del 2000 anzi, oggi 75 milioni di persone in più rispetto al 2005 soffrono la fame; 30mila muoiono ogni giorno per malattie curabili e più di 500mila donne muoiono ogni anno di parto.
“Eppure il mondo continua a spendere 10 volte in più per le armi piuttosto che per le risorse destinate a raggiungere gli Obiettivi del Millennio e dimezzare lo scandalo della fame e della povertà che ancora oggi rende schiavi oltre un miliardo di persone”, dichiara Sergio Marelli, Presidente dell’Associazione ONG Italiane.
Il Presidente dell’Unione Africana Kikwete ha sottolineato con forza come la già tragica situazione del continente Africano e dei suoi 800 milioni di abitanti oggi sia ulteriormente compromessa dalle crisi climatica, alimentare, energetica e finanziaria. Dello stesso tono l’intervento del Presidente di turno del G77 (che raggruppa i paesi più poveri del mondo), Asif Alì Zardari, il quale ha denunciato come i governi del mondo siano lontanissimi dagli impegni assunti nell’anno 2000 e che senza una radicale inversione di rotta il raggiungimento degli Obiettivi entro il 2015 è ormai definitivamente compromesso.
“E’ davvero preoccupante che di fronte all’aggravarsi della situazione a livello planetario il Summit di New York non abbia saputo trovare il consenso e la determinazione dei capi di governo per adottare una dichiarazione finale – commenta Marelli – né tanto meno un piano di azione concreto che possano rimettere sul giusto binario le politiche e le scelte sin qui operate. L’urgenza di intervenire efficacemente avrebbe richiesto un rinnovo degli impegni e soprattutto una più decisa iniziativa per mantenere come possibili gli otto Obiettivi definiti dagli stessi governi nel 2000. Quello che si rischia di trovare fra le mani al termine di questo ennesimo consesso internazionale, invece, sarà la diminuzione delle risorse allocate per gli aiuti ai poveri, e nemmeno più gli impegni e le promesse che hanno caratterizzato la scorsa decade”.
“L’unica speranza – conclude Marelli – restano le parole pronunciate dal premier britannico Gordon Brown quando ha affermato senza mezzi termini come il nostro grande nemico non sia né la guerra, né la crisi finanziaria, né l’instabilità economica, ma l’indifferenza di un mondo che sino a ieri abbiamo voluto definirlo come un solo mondo”.


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