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Economia & Impresa sociale 

Parla trentino l’imprenditore sociale dell’anno

A Emilio Cuomo di CEdiS il premio 2011 promosso da Make a Change e Vita

di Mattia Schieppati

«Più che una sfida, sono arrivato a Storo con una grande motivazione professionale. Poi, certo, quando ho iniziato – ma tuttora – affronto tutto con una grande curiosità anche per le ricadute sociali di questo lavoro». Non sono parole di comodo, lo si capisce dalla passione con cui racconta il suo lavoro, quelle di Emilio Cuomo (in foto), direttore di CEdiS – Consorzio Elettrico di Storo, vincitore dell’edizione 2011 del premio “L’imprenditore sociale dell’anno” promosso da Make a Change e dal Gruppo Vita in collaborazione con Iris Network. Un premio nato per valorizzare esempi virtuosi di imprenditoria sociale e promuovere un modello di impresa capace di coniugare business e finalità sociali.

Storo è la cittadina trentina in cui ha sede CEdiS, nato come cooperativa nel 1904 «per portare luce ed elettricità a questa comunità quando a nessuno conveniva portare l’elettricità tra le montagne», racconta Cuomo, che oggi ha 3.500 soci tutti sul territorio di Storo, produce e distribuisce energia idroelettrica e che, negli ultimi dieci anni si è anche lanciato nel business della fibra ottica, portando ai nipoti degli storesi che hanno dato vita alla cooperativa quello che è l’attuale “bene comune” più atteso: la connessione al web. E, così come l’elettricità e la connessione, anche Cuomo qui, tra le valli, è un “prodotto d’importazione. Ingegnere, per 26 anni ha lavorato, a livelli manageriali via via crescenti, in diverse grandi aziende “profit”. Poi, due anni fa, il salto da questa parte della barricata, a guidare questo modello di impresa sociale di stretta matrice comunitaria.

«Ma quale barricata», ribatte, convinto. «L’impresa sociale si chiama così perché è appunto un’impresa, deve essere sostenibile economicamente, deve produrre valore perché solo in questo modo produce valore per i suoi soci, che rappresentano praticamente tutta la comunità. Sbaglia, e di grosso, chi pensa che l’impresa sociale possa essere gestita con la mano sinistra perché tanto “non è un’impresa”. Lo è eccome, e ha un carico di attese, incarna valori che bisogna gestire con ancora più rigore e attenzione che se fossimo la Fiat…».

La grinta è notevole. E la visione di sviluppo va di pari passo. CEdiS ha cominciato ad affiancare alla produzione e distribuzione di energia, che era il suo core business originario, gli investimenti sulla fibra ottica («interrando i tubi per il trasporto dell’energia, ci abbiamo fatto passare anche la fibra, che altrimenti quassù non avrebbe portato mai nessuno»), e così con i proventi in più generati dalla rete elettrica si è finanziato questo nuovo ramo di sviluppo, di cui ora beneficia la comunità.

«Dare sviluppo, portare innovazione in una realtà come questa vuol dire portare una grande ricchezza sul territorio, anche non solo in senso economico: vuol dire, per esempio, tenere sul territorio delle professionalità di alto livello, dare una possibilità di lavoro ai “cervelli”, quelli che ci si lamenta sempre che fuggono all’estero per trovare mansioni qualificate…». È curioso sentire Cuomo, ligure di Chiavari e poi manager in Merloni, Enichem, Zignago, parlare dei suoi “ragazzi” di Storo, che «è importante trattenere nella nostra comunità dandogli un futuro». Il perfetto rappresentante di quel “change” per cui ha meritato il premio…


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