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Politica: cosa legge il popolo di Prc

Curiosando tra gli stand e i vecchi e giovani militanti del V congresso di Rifondazione

di Luca Fiore

Fine settimana sulla riviera romagnola per i delegati di Rifondazione comunista, ospiti del nuovissimo complesso fieristico riminese in occasione del loro quinto congresso nazionale. Bertinotti, la Palestina, i no global, qualche finto allarme bomba, e tanta, sicuramente troppa politica. Ma non solo. Ad esempio: sapete il gadget più venduto in fiera? La bandiera palestinese. Solo nei primi due giorni di congresso ne sono state vendute un centinaio. Quello più originale? Il ferma-carte a forma di sanpietrino. Quello più utile? L?antistress a forma di mondo (molto utile e ben indicato durante le lunghissime e spesso estenuanti sessioni congressuali). Volevamo comprare la musicassetta dei ?Canti satirici anticlericali?, ma chissà che cosa avrebbe detto la mamma. Lo stand più colorato è quello delle magliette, quella che nessuno si perde è la classica effige del Che, anche se ce ne sono alcune più argute che fanno il verso a loghi famosi: ?Communist Inside? o ?Always Communist?. In libreria invece sono i libri no global e sulla questione palestinese che vanno per la maggiore, ma non perdono colpi neanche i classici sul marxismo e la storia del partito. Tra gli scrittori, molto apprezzato è Toni Negri: il libraio ci segnala subito ?Il lavoro di Dioniso?. Più in là incontriamo una ragazza che vende il mensile ?FalceMartello? e alcuni libri sul marxismo, tra questi ?La rivoluzione tradita? di Trotskij?. Accanto vediamo anche ?Stato e rivoluzione? di Lenin (edizioni Progress, Mosca 1975). ?Non sono d?accordo con il nostro segretario?, ci dice, ?vanno bene le lotte dei no global, con i quali ci sono molti punti di contatto, ma bisogna far capire che l?unica soluzione a questi problemi è l?instaurazione della società comunista?. A dire il vero non sono molti che qui a Rimini sono d?accordo con lei, ma un vecchio compagno ci confida: ?Ho fatto quarant?anni di fabbrica e non credo che i no global possano diventare il nuovo movimento operaio. Il vero movimento operaio non è stato sconfitto, è stato tradito dalla propria stessa classe?. Altri invece pur sostenendo la svolta di Bertinotti si permettono qualche appunto: ?Se non con il movimento, con chi? Anche se il segretario mette troppa carne al fuoco. Vanno bene le 35 ore, va bene il salario europeo, ma poi dove li andiamo a prendere i soldi per aiutare il terzo mondo??. La botte piena e la moglie ubriaca? Accanto all?entrata dell?auditorium un ragazzo ci regala una copia del ?Bollettino di inchiesta? dal quale scopriamo che, da un sondaggio su circa 500 persone simpatizzanti e iscritte al partito, il 51 per cento degli interpellati è impegnato in gruppi, gruppuscoli e movimenti, mentre solo il 20 per cento è impegnato nel volontariato. Per quanto riguarda il ?movimento dei movimenti? il 63 per cento riconosce l?importanza del rapporto instaurato con il Prc. Ci sono però dichiarazioni contrarie come quelle di chi dice ?credo che il partito si lasci condizionare troppo dal movimenti, nella speranza di ricavarne un tornaconto elettorale?, oppure ?dovremmo diffondere il marxismo invece che il commercio equo e solidale?. A proposito, tra gli stand c?era un solo banchetto ?solidale?, quello della cooperativa Sociale Pacha Mama di Rimini, che vendeva prodotti provenienti da zone povere del mondo come datteri iracheni anti-embargo, cous cous palestinese, caffè nicaraguese, cacao e cioccolato africano. I delegati hanno molto apprezzato il cioccolato durante le pause tra un intervento e l?altro.


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