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Processo ai violenti del G8: il comune di Genova parte civile

Al processo contro i ventisei giovani rinviati a giudizio, il comune di Genova si costituirà parte civile, ma non è una decisione presa senza discussioni. Un comunicato critico dell'Arci.

di Mario Pesce

Durante l’udienza preliminare aveva fatto nascere polemiche l’assenza del comune nel procedimento aperto contro i ventisei rinviati a giudizio per i fatti del G8 di Genova con l’accusa di devastazione e saccheggio. Per l’udienza prevista il 2 marzo prossimo, si apre invece una discussione sulla decisione presa dalla giunta comunale di costituirsi come parte civile in occasione dell’apertura del processo vero e proprio alle persone accusate di essere parte dei “black block”. La decisione, all’epoca della prima udienza lasciata ancora in sospeso, è stata presa durante l’ultima seduta di giunta, e ha provocato una richiesta di “immediato chiarimento a tutta la maggioranza” di centrosinistra avanzata da Rifondazione Comunista. “Come un fulmine a ciel sereno”: così viene definito da un comunicato dell’Arci Liguria in cui ci si chiede se non sarebbe stato più utile per l’amministrazione comunale, invece di intervenire in prima persona nell’azione giudiziaria, continuare ad insistere sulla formazione di una commissione parlamentare d’inchiesta per far piena luce su “un contesto davvero fuori da ogni norma e da ogni controllo.” “Non siamo qui naturalmente a chiedere una generica impunità in nome della situazione eccezionale” puntualizza Morettini, presidente Arci regionale “Ma abbiamo davvero difficoltà a capire le ragioni intime della scelta che la giunta ha compiuto a quasi tre anni di distanza, di entrare così direttamente nella vicenda giudiziaria.”


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