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Profit-non Profit: una sinergia possibile?

Se ne è discusso a Modica in una Tavola rotonda dall’AVIS

di Annamaria Fantauzzi

Argomento quanto mai attuale, tanto interessante quanto complesso soprattutto di fronte alla situazione economica e sociale in cui versa attualmente l’Italia. Se n’è parlato in un convegno nazionale, organizzato il 1 giugno 2013 dall’Avis Modica, che ha visto, oltre alla partecipazione di un cospicuo pubblico variegato, interessanti e interessati interlocutori riuniti in una tavola rotonda, moderata dalla prof.ssa Annamaria Fantauzzi.

In una creativa ed equilibrata alternanza di voci, il dibattito si è aperto con il prof. Giancarlo Poidomani, docente di Storia contemporanea all’Università di Catania, il quale, nel suo intervento “Le radici storiche di una comunità solidale. Dalla contea di Modica alla provincia di Ragusa”, ha posto l’attenzione alla situazione storica della provincia in cui l'attività associazionistica è stata fervida per il tessuto sociale sempre molto attento alla condivisione. Poidomani ha ricordato le prime forme associative nate sul territorio, le società di mutuo aiuto e le organizzazioni di cooperazione sociale che hanno fatto della contea prima, della città poi, un “fiore all’occhiello” della provincia ragusana (e non solo), grazie alla bellezza paesaggistica e turistica e al fervore sociale e volontaristico.

A questo intervento è seguito quello dell’ing. Antonella Leggio della Confindustria di Ragusa che ha cercato, riuscendovi in maniera encomiabile, di delineare in che modo istituti “profit” come Confindustria, banche, fondazioni possano contribuire, attraverso ciò che ha definito “responsabilità sociale”, a creare e ad alimentare il “no profit”. Costruendo una sinergia nella formula del “win win”, il profit alimenterebbe il “no profit” e consentirebbe ad esso di rigenerarsi e riprodursi, tuttavia con un proprio ritorno. L’ing. Leggio ha proposto di trovare, anche con Avis, dei progetti in comune in cui investire, come anche con altre associazioni presenti sul territorio con cui la Confindustria possa costruire in previsione di un immediato futuro.

Controparte di questo intervento è stato quello di Santo Antonio Carnazzo, senatore accademico e consigliere del CSV Etneo che, con un certo scetticismo, considerando la legislazione vigente, ha messo in discussione la totale e felice sinergia tra due mondi, quello del profit e del non profit, che spesso agiscono e parallelamente se non sovrapponendosi, ciascuno mirando ai propri obiettivi, che rispondono alla natura stessa della loro esistenza.

Tuttavia ha dichiarato la necessità di costruire un’“orchestra” di voci e di azioni, in cui la corresponsabilità dell’uno si concretizzi nel sostegno dell’altro settore, attraverso la messa in essere di azioni comuni, volte soprattutto al miglioramento e al sostegno della popolazione locale. Lì dove il Welfare non assicuri assistenza e benessere (non solo) locale, il terzo settore interviene come altra possibile soluzione, meglio se sostenuto e alimentato da enti che ne garantiscano risorse economiche e disponibilità gestionale.

Questa possibile orchestra di azioni e di progettualità ha trovato ulteriore adesione nell’intervento successivo del dr. Riccardo Bonacina, direttore della rivista “VITA”, il quale si è domandato se e come sia possibile, nelle condizioni sociali ed economiche attuali, tornare a generare valore e a dare un nuovo slancio alla ripartenza del Paese. E’ possibile generare valore attraverso un circuito e una rete altra rispetto a quella della finanza globale, che si fonda sulla bellezza, sulla qualità della vita, sul senso condiviso che permette non solo di produrre ma soprattutto di far penetrare il valore in una comunità o in un luogo.

Usando un linguaggio metaforico, ciò significa lavorare per integrare piattaforme (territoriali o organizzative), entrare in reti (di connessione e scambio), costruire torri (che intercettino i linguaggi universali e simbolici), dar vita a eventi (capaci di attivare flussi) senza dimenticare l’affettività (il pathos) e il senso (il logos), che sono dimensioni immateriali e simboliche senza le quali nessuna strumentalità potrà mai funzionare.

L’obiettivo dell’alleanza tra profit e non profit è la produzione di nuovo valore, non il suo consumo, laddove di “valore” non si offre una declinazione meramente economicistica. Valore, infatti, è tutto ciò che viene condiviso dalle parti. In un mondo aperto e in movimento, il valore coincide con il comune interesse – che possiamo chiamare anche il bene comune – che costituisce una differenza rispetto a tutto il resto con cui, in tutti i casi, ci si mette in relazione. In questo senso il valore è ciò che insieme si decide di far esistere attraverso un atto di mutuo riconoscimento e affidamento, a partire da una storia, una cultura, una tradizione, intese non come gabbie immutabili ma come punti di appoggio e grembi generativi.

A conclusione della tavola rotonda, il prof. Gian Piero Saladino, referente della formazione in Avis Provinciale di Ragusa, con l’esposizione di precise statistiche recanti il numero delle persone dedite al volontariato e delle azioni che il non profit ha finora portato avanti sul territorio nazionale, ha messo in luce il notevole valore economico – e non solo sociale – del no profit a beneficio dell’intera popolazione, ivi compresi gli enti “profit”, secondo il modello espresso dall'Avis. Il no profit alimenta il profit, nel comune interesse di ciò che è, e dovrebbe essere, il benessere dell’intera popolazione (all’insegna di quella “orchestra” e “sintonia” di valori prima emersi) che dovrebbe nutrirsi della gioia nel credere in un futuro di collaborazione e di costruzione reciproci.

Il dibattito del pubblico presente è stato vivo e dinamico, prova dell’interesse dimostrato verso l’argomento trattato e gli interventi dei relatori intervenuti. Ancora una volta l’AVIS di Modica – oggi divenuta centro di raccolta autonoma – è stata lungimirante e originale non solo nel proporre e affrontare la tematica della possibile partnership tra “profit e non profit” ma anche nel mettere in atto le strategie e le concertazioni per renderla effettiva e vincente.
 


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