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Cooperazione & Relazioni internazionali

Quando adotteremo un bambino cinese?

Dopo anni di crescita, il 2005 ha fatto registrare calo delle adozioni. Nei primi cinque mesi del 2006, invece, c’è stata una lieve ripresa.

di Marco Scarpati

Ho sentito che il ministro Bindi ha firmato in Cina un accordo per le adozioni internazionali, ma quando in concreto si potranno adottare bambini di quel paese? Marta (Reggio C.) Appena avuto l?incarico di ministro per le Politiche della famiglia, Rosy Bindi ha dichiarato che avrebbe voluto dare una smossa alle adozioni internazionali, regolate dalla pur ottima legge del 1999, che però costituisce una strettoia per le adozioni internazionali. Il fatto che sia diventato obbligatorio rivolgersi ad enti autorizzati per poter portare a termine un?adozione ha infatti determinato la nascita di decine di piccole e piccolissime associazioni che spesso vivacchiano svolgendo meno di cinque adozioni l?anno e che hanno difficoltà a reperire nel mondo le strade corrette che li portino a trovare i bambini disponibili all?adozione. Spesso capita anzi che nelle loro attività intralcino quella di associazioni più grosse che operano da anni unendo l?attività di adozione a quella di cooperazione nel settore dell?infanzia e che spesso riescono con minore difficoltà a incontrare bambini in attesa di adozione. D?altra parte spesso gli enti autorizzati hanno cercato bambini in assoluta solitudine, senza cioè ottenere un aiuto istituzionale che enti di altri paesi hanno avuto. È ovvio che raramente una semplice associazione può avere il prestigio e la forza di convincere uno Stato ad agevolare le adozioni che propone, specie se associazioni di altri paesi hanno invece avuto la strada già formata dall?azione del proprio governo, che ha predisposto accordi che hanno incastonato l?adozione nelle attività di cooperazione tra i due paesi. Tali accordi sono previsti dalla Convenzione dell?Aja sull?adozione internazionale e servono a creare una comune e condivisa prassi adottiva. Per venire alla sua domanda, la Cina era all?attenzione del nostro paese da anni: le autorità locali avevano più volte fatto sapere che avrebbero autorizzato adozioni verso l?Italia solo a seguito di un accordo ma, inspiegabilmente, tale accordo, quasi pronto, giaceva nei cassetti. La Cina annualmente pone in adozione internazionale più di ventimila bambini, quasi la metà dei quali viene intercettato dagli enti adottivi statunitensi. Paesi a noi simili (Francia, Spagna?) svolgono in Cina centinaia di adozioni (dalle 600 alle 1.500). Si tratta di numeri importanti, tenendo conto che alla fine del 2006 i bambini giunti in Italia a scopo di adozione da tutti i paesi in cui ad oggi siamo operativi saranno, con ogni probabilità, fra i 2mila e i 2.500, e che in questi ultimi tre anni le adozioni internazionali sono diminuite del 20% annuo. Adesso occorrerà attendere i tempi tecnici di entrata in vigore dell?accordo (che ha bisogno di alcune formalità amministrative e del suo recepimento nell?ordinamento attraverso un decreto che è già in predisposizione), ma senza troppi intoppi si prevede che esso possa cominciare a dare i suoi effetti entro la metà del 2007. Quindi quello con la Cina è un accordo che può dimostrarsi importante, soprattutto se con esso ne saranno firmati altri (e sappiamo che sono stati presi contatti con altri governi dell?Asia e dell?Africa) e se verrà posta mano alla legge che, seppure ancor giovane, ha decisamente bisogno di una rinfrescata.


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