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Quel pagliaccio di medico

La terapia del buonumore: ecco la proposta rivoluzionaria del dottor Adams. Che si è sempre definito “un attivista politico” teso a cambiare l’ingiusto sistema sanitario Usa.

di Elisabetta Pavia

Non è un eroe, non è un cowboy né una diva sexy la star che sta sbancando i botteghini americani. È un medico, interpretato da Robin Williams, il protagonista del film ?Patch Adams? candidato all’Oscar, che racconta la vera vita di Hunter Patch Adams, il medico-clown che da anni fa parlare di sé l?America per la sua rivoluzionaria ?terapia del buon umore?. La sua storia ha inizio nel 1971. Dopo aver lanciato l?idea di un ospedale di campagna, libero dalla schiavitù di un sistema assicurativo che in America non offre uguali opportunità a tutti i degenti, Adams tentò di realizzare con la futura moglie Lynda una prima approssimativa versione di questo grande sogno in una casa alla periferia di Washington, con circa due dozzine di pazienti rimasti traumatizzati dall’assistenza ricevuta nelle strutture sanitarie statali. Trauma che lui stesso aveva vissuto da ragazzo, quando si era trovato nelle corsie di un ospedale psichiatrico, dopo la morte del padre e dello zio. Trascorsi alcuni anni, Adams e la moglie decisero si spostarsi in un luogo ancora più lontano dalla metropoli, dove offrire le proprie cure dove vi fosse maggior disagio e maggiore povertà. A Gesundheit, dunque, aprirono il loro primo istituto, che attirò circa 15 mila pazienti. A tutti Adams proponeva la sua cura del buon umore, certo dell?elevato potere curativo che essa possedeva, divenendo così in breve tempo un caso da copertina. I pazienti potevano infatti vederlo ogni giorno fare incursione nelle corsie dell?istituto vestendo un grande abito bianco da angelo sul quale stava scritto ?Arriva l?attrazione? e con questo visitare i malati cronici nel tentativo di esorcizzare in qualche maniera la paura della morte. Altre volte la maschera era proprio quella di un clown, che arrivava alla guida di un veloce monopattino con il suo grosso naso rosso. Nel 1983, visto il rapido successo di questa nuova terapia, Adams decise di chiudere il suo studio ad Arlington (Virginia), per dedicarsi a tempo pieno alla nuova e promettente attività di clown in borghese. La speranza era quella di lavorare perché un giorno tutti gli ambienti sanitari pubblici fossero in grado di fare posto anche alla gioia, comprendendo la necessità di creare un ambiente sereno per facilitare la cura di ogni malattia. Nel 1985 portò per la prima volta questo messaggio fino a Mosca e ancora oggi organizza una missione annuale negli orfanotrofi e negli ospedali pediatrici russi, convinto che la terapia del buon umore sia di fondamentale importanza soprattutto per i bambini. Ma è nel suo Paese, nei freddi corridoi degli ospedali americani, che la visione utopica del dottor Patch potrebbe avere la maggior risonanza. Per questo motivo negli ultimi quindici anni ha tenuto numerose lezioni nelle facoltà di medicina e ha preso parte a centinaia di congressi, con l?intento di far conoscere a tutti questa sua nuova radicale ricetta e di condannare una professione che mira a ottenere margini di profitto sempre più ampi a scapito di chi soffre. L?intento del dottor Adams è infatti duplice. La sua terapia del riso si accompagna a una lotta che egli conduce per modificare un sistema sanitario profondamente ingiusto, che in America offre le cure necessarie solo a chi può permettersi un?assistenza assicurativa. «Io sono un attivista politico. La medicina e l?arte del clown sono solo due dei miei strumenti di lotta», ha dichiarato più volte. Molti specialisti hanno difeso l?iniziativa del dottor Adams, affermando che il rapporto tra salute e buon umore è ampiamente dimostrato dalla ricerca. Il riso, infatti, abbassa la frequenza del polso quando l?ossigeno fluisce in quantità crescente al tessuto muscolare, produce endorfina, che riduce lo stress e sembra anche che stimoli il sistema immunitario. Il prossimo aprile Patch Adams parteciperà a una conferenza medica che si terrà a Manchester (Inghilterra), nella quale spiegherà i vantaggi che potrebbero trarre ospedali, ricoveri per anziani e centri sanitari da questa nuova terapia. La Gran Bretagna, infatti, sta varando un nuovo progetto che prevede di destinare i profitti delle lotterie nazionali al Servizio sanitario e sembra che parte di questi fondi andranno proprio a finanziare terapie innovative, come la terapia ?del buon umore?. Attori e buffoni irromperanno dunque nelle corsie d?ospedale a spese dello Stato e con loro pittori, poeti, insegnanti di ballo, tutti coloro, insomma, in grado di far evadere per qualche momento i pazienti dalla realtà. Contrastanti le opinioni degli inglesi. A fronte di molti entusiasmi, c?è anche chi disapprova la scelta o perché troppo costosa (gli attori chiedono spesso cifre molto elevate che potrebbero essere destinate a spese per necessità mediche più immediate), o perché non sempre adatta alle reali esigenze dei pazienti, che in alcuni casi potrebbero rimanere infastiditi dall?indelicatezza verso la propria sofferenza, o anche solo perché ritenuta inefficace. Nei confronti delle eventuali critiche, Patch Adams, che porta sempre il suo naso rosso in una tasca del cappello da buffone, osserva: «Noi non siamo la risposta. Siamo uno stimolo». Ecco la clownterapia Clownterapia: una risorsa medicinale basata sul buonumore del paziente che non è nuova neanche in Italia, dove, il mese scorso, ha preso il via il progetto ?Clown in corsia?. In collaborazione con le associazioni Clown Aid e Big Apple Circus (il cui direttore artistico è il medico-pagliaccio Doctor Bobo), la Regione Toscana e l?azienda ospedaliera Meyer hanno dato via al primo corso di formazione per i futuri saltimbanchi da reparto pediatrico (informazioni: Ospedale Meyer, via G. D?Annunzio 29, Firenze, tel. 0555662427). Ma sono almeno altre due le iniziative del genere promosse in Italia: è il caso dell?associazione bolzanina Medicus Comicus (strada Palua 16, S. Cristina di Valgardena, Bz, tel. 047 1792208), e della milanese Théodora (via Vigoni 3, Milano, tel. 0258316582). Tutt?e due si occupano di inviare i propri colorati volontari a rallegrare la degenza dei giovani malati.


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