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Renzi: caro Letta, annulla il condono per le slot

Il sindaco di Firenze chiede al Governo di annullare la transazione con i concessionari. E definisce quello legato al gioco "un modello che va contro l'idea di comunità"

di Silvano Rubino

Tutti i titoli oggi sono per lui, per Matteo Renzi e per la sua battuta sull'asfaltatura, nuova metafora mediatica dopo quella sulla rottamazione. Ma nell'incontro di ieri al Carroponte di Sesto San Giovanni si è parlato anche di molto altro, compreso un argomento che fa fatica a uscire nelle prime pagine, quello delle slot.
A introdurlo è stato l'intervistatore, Beppe Severgnini, citando il contestato "condono" alle società concessionarie delle macchinette per reperire risorse in mancanza dell'Imu. "Dicci che ti impegnerai su questo fronte", ha chiesto a Renzi, "perché questa questione della ludopatia colpisce le persone più deboli, i ragazzi e gli anziani".
Renzi ha raccolto lo spunto e ha rilanciato: "Siamo noi sindaci che poi viviamo in maniera diretta le conseguenze drammatiche di questa diffusione senza regole del gioco". E ha aggiunto: "Io posso garantire il mio impegno futuro, ma qua si tratta di agire subito e quindi bisogna chiedere al Governo  di annullare questa transazione".
Renzi collega direttamente l'emergenza gioco alla sua idea di partito: "sogno un Pd capace di raccontare agli italiani che c'è qualcosa di più grande che sognare con dei soldi da infilare in una slot machine. Riempire le nostre città di macchinette che portano alla ludopatia è un’idea inaccettabile e va respinta al mittente. Perché è un modello che crea solitudine. E invece la mia idea di partito e di paese è un'idea che punta sulla comunità, sui legami".
Un'idea di comunità che Renzi rivendica di aver assorbito anche grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico: "Spesso si fa ironia sulla mia esperienza di Scout, ma per me è stata una grande scuola di vita, dove ho imparato cosa significhi il senso della comunità, della socialità e dello stare insieme". "Ricordatevi", ha detto rivolgendosi alla platea, "che l'80% per cento della vostra vita è non profit, è scuola, famiglia e volontariato. È quel grande patrimonio che sono i sei milioni di italiani che si dedicano al volontariato".


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