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Sostenibilità sociale e ambientale

Riciclami, anche per solidariet

Ambiente : Le campagne ecologiche della Coca Cola

di Redazione

Sempre Coca Cola. La multinazionale americana che produce la bibita più bevuta e più conosciuta nel mondo si occupa anche di ambiente e solidarietà. Ma come c?entra la ?Coke enterprise? con il volontariato italiano? C?entra. Anche se in forma indiretta, il colosso presente nel nostro Paese fin dal 1927, ha permesso a molte associazioni di volontariato di autofinanziarsi, e dunque portare avanti al meglio le proprie attività sociali, tramite l?organizzazione di campagne di raccolta lattine e il riciclo di queste. «Ci siamo aiutati a vicenda, se così si può dire» spiega Gianfranco Cornegliani, responsabile ambiente di Coca Cola Italia. «Una possibilità notevole per i volontari per raccogliere fondi e così autofinanziarsi». Questo percorso di crescita della responsabilità sociale in una grande impresa come la Coca Cola ha inizio nel 1986: allora in Svezia, per esempio, la quota di lattine riciclate toccava il 75% di quelle in circolazione; in Italia l?indice era uguale a zero. Fu allora che Coca Cola Italia decise di impegnarsi in un?attività ambientalista. «Il nostro scopo», ricorda Cornegliani, «era duplice: da una parte contribuire a ridurre l?inquinamento e lo spreco di una materia nobile come l?alluminio; dall?altra prevenire interventi di carattere legislativo che avrebbero potuto penalizzare il package, ossia la caratteristica confezione delle bibite». A undici anni di distanza, nel maggio di quest?anno, è entrato in vigore il cosiddetto Decreto Ronchi (n.22) che finalmente recepisce le Direttive Europee sui rifiuti, da quelli pericolosi agli imballaggi. Una legge che non fa più riferimento unicamente ai contenitori per liquidi, ma a tutto il comparto del packaging, affrontando i problemi relativi alla produzione, vendita e gestione post consumo. Insomma, da maggio sono iniziati a decorrere i termini entro i quali anche l?Italia dovrà raggiungere le quote di recupero e di riciclo già acquisite in tutta Europa. Compito non facile in un Paese in cui lo smaltimento in discarica assorbe ancora oltre il 90% dei rifiuti e dove solo recentemente hanno iniziato a farsi strada forme alternative di smaltimento. Una nuova sfida per le imprese italiane interessate che potranno avvalersi, come previsto dalle direttive europee, della partecipazione delle organizzazioni di volontariato. Insomma, una strada che incoraggia il percorso inaugurato nel 1986 da Coca Cola: collaborare con il volontariato sia per veicolare i concetti di partecipazione e di informazione destinati a formare un consumatore più consapevole, sia per un intervento diretto e operativo che consenta di contenere i costi della raccolta laddove i sistemi tradizionali vengano impediti dalle caratteristiche ambientali e territoriali. In questo percorso lungo undici anni restano come esempio la collaborazione dell?Aido, che nel perseguire i propri obiettivi di donazione ha collaborato con Coca Cola e ambientalisti attraverso le raccolte di imballaggi in alluminio poi commercializzati come fonte di autofinanziamento; e la collaborazione tra imprese e volontariato realizzata con il Rail, Consorzio nazionale Alluminio e Ambiente (vedi box in questa pagina). ? Scr itto da Carlo Bosisio


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