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Riforma Moratti. Una novità. La pagella non basta, adesso arriva il portfolio

È uno strumento nuovo di valutazione globale dello studente. Che raccoglie anche il punto di vista della famiglia. Intervista ad Alessandro Antonietti.

di Luca Fiore

Portfolio. Questa parola, allo strabordante vocabolario della scuola italiana mancava ancora. Ci ha pensato la riforma Moratti a introdurla, per ora, nei due livelli della scuola primaria, come si chiamano ora le ex elementare e media. Dell?altra novità introdotta dalla riforma, il tutor, si è parlato (e polemizzato) in lungo e in largo. Del portfolio, che è uno strumento messo proprio nelle mani dei futuri tutor, si sa e si parla invece poco. “Il portfolio è un nuovo strumento di valutazione che andrà ad aggiungersi alla pagella tradizionale con lo scopo di valorizzare gli aspetti qualitativi del percorso dell?allievo”, spiega Alessandro Antonietti, professore di Psicologia dei processi di apprendimento presso l?Università Cattolica di Milano. Antonietti sul portfolio, assieme ad alcuni docenti delle scuole inferiori lombarde, ha già organizzato corsi di aggiornamento per insegnanti. A lui abbiamo chiesto di chiarire a cosa serva e come funziona questo strumento che la Moratti vuole regalare (o imporre) alla scuola italiana. Vita: Professore che cosa sarà dunque questo portfolio? Alessandro Antonietti: Il concetto di ?portfolio? è mutuato da ambiti esterni a quello scolastico. C?è un?accezione secondo la quale il ?portfolio? è una raccolta di prodotti che ha lo scopo di mettere in luce le capacità di chi li produce. Una sorta di ?vetrina professionale?. Ma si può intendere anche come l?insieme di documenti, certificati e attestati che vanno a costituire un archivio di una persona. Il portfolio voluto dalla riforma Moratti ha alcuni di questi aspetti, ma è un?altra cosa ancora. Vuol essere uno strumento che faccia riflettere gli attori del processo educativo sui progressi e le difficoltà dell?allievo riguardo a una serie di attività svolte. Uno strumento che non si limiti a valutare basandosi su una scala di voti o aggettivi, ma piuttosto punti a un giudizio più globale. Un archivio di questo tipo può inoltre costituire una base di decisione sulle potenzialità dell?allievo in vista di scelte per il curriculum di studi. Vita: Ma come sarà fatto concretamente? Antonietti: Ancora non si sa di preciso. Nei documenti ufficiali si parla di una cartella, una busta o un raccoglitore ad anelli. Non si sa ancora se la forma sarà suggerita dal ministero oppure ciascuna scuola potrà decidere come fare. Io per ora sto lavorando nell?ambito di alcuni corsi di aggiornamento per insegnanti delle scuole elementari e medie a un modello per questo nuovo metodo di valutazione. Innanzitutto il nostro modello si basa sul fatto che la valutazione è fatta, su uno stesso oggetto, partendo da tre punti di vista diversi: quello del docente, quello dell?allievo e quello del genitore. I tre vertici del ?triangolo? si accordano sugli obiettivi da raggiungere nell?ambito dell?attività oggetto di valutazione. Dopodiché la valutazione consiste del ripercorrere il processo per capire le difficoltà riscontrate e le potenzialità del ragazzo. Abbiamo anche iniziato a sperimentare delle forme di registrazione informatica: utilizziamo Power Point o un?interfaccia Html che utilizza internet. Vita: Ma quali saranno le attività valutate in questo modo? Antonietti: Più che le verifiche tradizionali, oggetto di questo metodo di valutazione saranno attività più ampie. Facciamo un esempio: in una classe in cui l?insegnante riscontra difficoltà di tipo relazionale, oggetto di valutazione potrà essere un lavoro di gruppo. Ma ad essere valutato non sarà tanto il risultato finale, quanto il modo in cui gli allievi hanno collaborato. La sfida è quella di individuare attività che siano significative per la descrizione dei progressi dello studente. Vita: Cosa sta emergendo dal lavoro con gli insegnanti su questo modello? Antonietti: Innanzitutto non c?è accordo sul modo di concepire la relazione tra portfolio e pagella tradizionale. Alcuni infatti tendono a concepire separatamente questi due metodi di valutazioni, altri invece tendono a farli interagire. Da parte degli insegnanti, poi, c?è qualche perplessità sulla compatibilità del carico di lavoro che questa novità comporterebbe e il peso del lavoro già presente. Prendere sul serio questo nuovo metodo di valutazione globale necessita un impegno sicuramente maggiore, altrimenti i vantaggi rimarrebbero solo sulla carta. Un altro problema è quello di capire come realizzare un coinvolgimento dei genitori nel processo di valutazione.


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