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Ritorna l’impegno ma è in last time.

"Un mondo a colori" su Raidue e "Permesso di soggiorno"su Radio uno, due ottimi esempi di informazione impegnata, attenta e utile.

di Mariateresa Marino

Che si comunichi per immagini o per suoni, che sia il microfono o la telecamera a essere protagonista, non fa differenza. Ciò che conta è che lingue diverse si parlino e culture agli antipodi gettino un ponte da una parte all?altra della strada. Il servizio radiotelevisivo pubblico, la buona ?mamma? Rai interpreta cosi le nuove spinte comunicative che vengono da una società sempre più multiculturale e sempre meno disposta a condividere i luoghi e gli spazi della vita quotidiana. Due i programmi, a conferma dell?attenzione rivolta ai temi sociali, uno televisivo e l?altro radiofonico. Il primo, ?Un mondo a colori?, già in onda su Rai due dal martedì al venerdì alle 10,35, è giunto alla sua seconda edizione con buone aspettative e qualche novità. Gli autori del programma, realizzato da Rai educational, sono Massimo Cinque, Donatella Della Ratta, Maria Chiara Martinetti e Jean Leonard Touadi. Nato da un?idea di Massimo Fichera, secondo il quale «nella televisione pubblica lo spazio dedicato alla multiculturalità, come fenomeno storico in continua evoluzione, è ancora limitato», il programma concentra in quindici minuti quotidiani due storie emblematiche di incontri e talvolta scontri tra culture diverse. Nella programmazione di venerdì è previsto uno spazio di approfondimento di tredici minuti su una storia di particolare interesse che merita ulteriori momenti di riflessione. Sono protagonisti del mondo multiculturale (gli immigrati che da ogni dove arrivano in Italia), e che partendo dalle proprie esperienze documentano un processo in continuo divenire. «La seconda edizione del programma» spiega l?ideatore Massimo Fichera «contiene due elementi in più rispetto allo scorso anno: l?analisi dei conflitti e dunque della drammaticità che l?incontro fra culture diverse spesso provoca e il racconto di storie di emigranti italiani all?estero. Ossia le storie dei cosiddetti flussi di ritorno, con tutto quello che ne consegue: difficoltà di reinserimento nel Paese d?origine e in certi casi nostalgia verso il luogo dove si è stati accolti». Come dire, una lettura più corretta del fenomeno dell?immigrazione attuale attraverso le storie dei tanti emigranti italiani. Alle immagini di culture diverse e disagi che si mescolano, corrispondono i ?suoni? e le voci amplificate dal megafono radiofonico. ?Permesso di soggiorno?, che partirà a fine ottobre, è ormai una trasmissione storica di Radio Rai, curata da Maria De Lourdes Jesus e da Paolo Giovannelli, che da sei anni racconta storie non solo d?immigrazione, ma anche di sconfitte e vittorie di un disagio diffuso che fa parte ormai della vita quotidiana. Insomma, tanti ?permessi? di soggiorno e tanti protagonisti della marginalità sociale che ci camminano accanto e chiedono ospitalità nei nostri pensieri e nelle nostre giornate frenetiche. Il programma radiofonico, in onda su Rai Radiouno, dal lunedì al venerdì alle 5,55 del mattino, ha da sempre utilizzato linguaggi nuovi per raccontare le storie. Che, in realtà si raccontano da sé come in un ?film radiofonico? dove il giornalista usa il microfono come una telecamera, per riprendere un?azione di cronaca sociale in corso. Non c?è intervista né dialogo tra i protagonisti e il giornalista, tra il ?pezzo? di realtà e l?ascoltatore. «All?inizio della giornata, schegge di cronaca sociale, talvolta drammatica, entrano nelle case degli italiani o li raggiungono in auto», spiega Angiolino Lonardi, vicedirettore di Rai Radiouno e responsabile del programma. «?Permesso di soggiorno? è da vivere come preghiera mattutina», afferma Maria De Lourdes Jesus, «per incontrare quei destini che ci scorrono accanto ignorati. Solo immagini e suoni di un mondo che cambia, non senza dolore.


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