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Santarcangelo calcio, i tifosi restano in panchina

Doveva essere il primo esperimento di squadra comunitaria

di Daniela Verlicchi

In 1.330 hanno versato 60 euro per partecipare alla gestione della società romagnola. Ma le decisioni continua a prenderle il presidente. Che ora rivela: «I soldi sono pochi, avevamo bisogno di allargare la base sociale» «Altro che fantacalcio! È ora di gestire una squadra vera». Lo slogan è attraente e pure il progetto. Paghi e diventi azionista di un squadra di calcio, il Santarcangelo, alla modica cifra di 60 euro all’anno. Schemi di gioco, cessioni e acquisizioni, valutazione dei giocatori: chi, tra gli appassionati di calcio non sognerebbe una vita da dirigente in carne e ossa? E infatti il Santarcangelo è finito in prima pagina. E non solo sui giornali sportivi. Tutto bello? Sì, se solo fosse vero, perché per ora si tratta esclusivamente di trovata pubblicitaria.
La proprietà del Santarcangelo Calcio (serie D) in realtà è ancora saldamente in mano a Roberto Brolli, patron della squadra da 14 anni. Lo scorso luglio Brolli riceve una telefonata da un giovane e rampante avvocato, Mirco Marini, suo compaesano, che gli propone un accordo: condividere azioni e responsabilità economica del club con i tifosi. «Una squadra di comunità», argomenta, «ce ne sono già in Inghilterra e in Germania». Il patron accetta, senza farsi pregare troppo: «A livello dilettantistico, i fondi sono sempre pochi», spiega. «E allargare la base sociale diventa una necessità».
Così nasce Squadra Mia, la prima associazione (virtuale, perché tutto avviene tramite web) di tifosi proprietari di un club. Così Brolli cede a Squadra Mia il 10% delle azioni, una quota che l’anno prossimo dovrebbe salire al 30% per arrivare nel 2011 al 51%. Staremo a vedere. Intanto le adesioni “di minoranza” arrivano a 1.330. «Tra i sostenitori, ci sono anche 200 stranieri: inglesi, canadesi e anche venezuelani», spiega Wenzel Kubicek, coordinatore del progetto. La proposta di solito arriva via web: «Abbiamo un accordo con Calciomercato.com», continua Kubicek, che ci fornisce indirizzi e nomi di potenziali sostenitori, e poi facciamo pubblicità su giornali e siti specializzati e abbiamo un gruppo su Facebook». La macchina è oliatissima: attraverso il sito, i tifosi (e proprietari) possono guardare la partita in streaming, essere aggiornati sugli incassi, intervenire sulla gestione del club attraverso il forum. Il martedì c’è persino un'”intervista al Mister”, con un’analisi della partita della domenica precedente. Peccato che tutto questo turbinio di mail e messaggi (in realtà si attesta sui 10 o 20 contributi al giorno), non influisca assolutamente sulla gestione del club. «I soci? Li considero essenzialmente dei tifosi, un po’ più fortunati degli altri. Cerco di rispondere alle loro curiosità, renderli partecipi», spiega l’allenatore Roberto Rossi, «ma ognuno ha il suo ruolo». Decide il mister, insomma, come in tutti gli altri club. D’altra parte per Rossi, Squadra Mia è un progetto interessante «soprattutto per allargare la base sociale e avere più fondi».


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