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Education & Scuola

Scuola italiana, ma quanto sei vecchia!

Il richiamo dell'Ocse: basta con l'edilizia scolastica dell'800. Servono edifici modulari e a basso impatto ambientale

di Pasquale Coccia

Scuola mia quanto sei vecchia. Il richiamo viene dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che invita l’Italia a non costruire più edifici scolastici basati sul vecchio “modello ottocentesco”: enormi casermoni tutti aule e corridoi, dove l’unica possibile disposizione degli arredi prevede una deamicisiana schiera di banchi di fronte alla cattedra. Il mondo va infatti in un’altra direzione: spazi flessibili e multifunzionali per le attività educative, costruiti secondo i principi della bioarchitettura. Più pratici, più economici da gestire e – non secondario – immobili che mantengono il loro valore di mercato se, come spesso succede, si riduce il numero di alunni e i Comuni li volessero rivendere o reimpiegare (per farci un’ostello della gioventù, per esempio).
«L’Ocse suggerisce di costruire scuole con spazi e impianti adattabili a diverse soluzioni distributive, tipologiche e prestazionali, garantendo risposte adeguate all’evolversi continuo e rapido dei bisogni per l’uso», spiega l’architetto Giorgio Ponti, membro del Cele, il Centre for effective learning environments dell’Ocse. «Il ciclo di vita di un edificio scolastico è talmente lungo da non escludere possibili variazioni d’uso parziali o totali. Bisogna pensare da subito a un’architettura sociale polivalente. Gli immobili», prosegue Ponti, «devono garantire diverse destinazioni d’uso programmate in sede di progettazione – istruzione, sanità, residenze sociali ecc. – e avere un valore immobiliare certo per potersi ricollocare sul mercato».
Un tipo di scuola realizzabile, in tempi di crisi, o si tratta solo di belle parole? «Esistono studi e progetti in Italia e a livello internazionale di moduli spaziali di “scuola intelligente”. Dall’Istituto Falcone di Gallarate (VA), per 1.200 studenti, ultimato a settembre 2010, alla nuova università Uacj di Ciudad Juarez, in Mexico, per 40mila studenti; ma anche il nuovo master plan a Cerro Maggiore (MI) con la previsione di un istituto alberghiero per 600 studenti con adiacente un ostello della gioventù per 100/150 posti letto», conclude Ponti. La scelta della strada da imboccare urge: in Italia il fabbisogno di investimenti per gli edifici scolastici è di circa 24 miliardi di euro, di cui 14 miliardi per la messa a norma di sicurezza, a carico di enti locali e Regioni. Cui si aggiungono circa 2,5 miliardi di euro per il funzionamento degli edifici, a carico dei gestori.


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