Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Se vuoi la pace inizia dallo sport

Dall'Uisp nasce Peace Games, organizzazione impegnata a usare il gioco come strumento di dialogo. Calcio, basket e atletica "mediatori" nelle zone più difficili del globo.

di Paolo Giovannelli

Una Ong per sportivi. È la neonata Peace Games, creata ufficialmente appena lo scorso 18 dicembre, l’ong di chi vuole giocare alla pace contro i wargames che hanno tristemente dominato anche la fine del secondo millennio. Peace Games, organizzazione dell’Unione italiana sport per tutti (Uisp), raccoglie l’eredità dell’Ucsi, ossia della “Uisp cooperazione sportiva internazionale”. L’attuale direttrice dei programmi di Peace Games è Maria Dusatti: «Abbiamo voluto valorizzare le tante importanti esperienze fatte in Italia con gli immigrati», spiega, « ma anche con giovani italiani che vivono nei quartieri difficili delle grandi città con problemi di droga e di violenza, con i detenuti. Lo sport, da noi vissuto e presentato sempre quale strumento di socializzazione e mai come fine», prosegue la direttrice, «si è sempre dimostrato “un alleato” fondamentale per mettere in relazione gruppi differenti con gravi problemi di emarginazione, al di là della razza e della lingua». Fedele a questo spirito, Peace Games ha organizzato all’estero gare podistiche come le “Vivicittà” che in Albania, a Valona e a Tirana, si sono rivelate veri e propri successi anche per il Comitato olimpico del Paese delle Aquile. Un po’ meno bene è andata invece in Somalia, a Mogadiscio, quando i volontari dell’ong hanno tentato di far dialogare attraverso le attività sportive clan rivali da anni e in spietata lotta fra loro. Un altro fronte di impegno dell’Unione è Israele. Quest’anno, Peace Games sta lavorando all’organizzazione di nuove “Vivicittà” in Palestina, a Gerusalemme e nella Striscia di Gaza, per favorire la comunicazione e far divertire, contemporaneamente, israeliani e palestinesi. «Proprio in queste ore», aggiunge il presidente di Peace Games, Daniele Borghi, «stiamo completando la fornitura del materiale destinato ai campi profughi per gli sfollati kosovari. In particolare, in Macedonia e in Montenegro consegneremo presto nuove forniture di materiale sportivo, dalle scarpe da calcio e da tennis alle calze, alle tute da ginnastica, alle felpe, alle attrezzature varie. Però a Pristina, in una scuola elementare, porteremo anche materiale scolastico. Per noi infatti», conclude Borghi, «tutti i percorsi educativi e aggregativi sono importanti». E, va aggiunto, non solo per i giovani: per esempio, in Bosnia, a Mostar, collaborando con l’ong Nexus, Peace Games ha gemellato alcuni “giardini” per anziani con altri presenti in Emilia Romagna. Volontari sono presenti anche in Messico, nella zona calda del Chiapas, teatro degli scontri fra i “neozapatisti” del comandante Marcos e l’esercito. Qui gli italiani fanno attività di animazione sportiva a San Cristobal in favore dei bambini delle comunità indigene e, ancora in Macedonia, in sostegno dei Rom. Inoltre l’ong dell’Uisp è presente in Pakistan, in Senegal e a Cuba. Del resto le sue potenzialità sono molte, grazie alla capillare e potente rete della Uisp. Un esempio: le informazioni sulle attività e i progetti in corso di Peace Games raggiungono velocemente tutte le 13mila società sportive aderenti all’Unione. La nuova organizzazione è attualmente classificata come “osservatore”‚ da parte del Coordinamento delle Ong per la cooperazione internazionale allo sviluppo (Cocis), anche se sono già state attivate collaborazioni con altre realtà italiane, fra cui l’Arcs, l’Ics, il Cospe e il Cosv. Per diventare volontari sportivi, una buona strada è quella di offrirsi per il programma “Giochiamo alla pace”, compilando una scheda di adesione per partecipare, per almeno tre settimane, all’animazione sportiva nei campi profughi kosovari di Albania, Macedonia, Montenegro e Italia. Sempre in Albania, vengono impiegati anche gli obiettori di coscienza che chiedono al ministero della Difesa di poter essere impiegati in programmi sportivi di solidarietà. Info.: Uisp tel. 06439841; fax: 0643984320; infoeuropa@uisp.it


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA