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Cooperazione & Relazioni internazionali

Traffico di bambini in Cambogia: le donne non solo vittime, ma anche carnefici

Una ricerca di Intervita Onlus fa il punto sullo sfruttamento sessuale infantile nel paese asiatico e alla vigilia delle ferie lancia un decalogo per denunciare gli orchi

di Intervita

Milano, 3 agosto 2011 – Si abbassa in modo preoccupante l’età delle vittime del traffico di persone finalizzato allo sfruttamento sessuale. Secondo i dati emersi dalla nuova ricerca condotta da Intervita Onlus in collaborazione con 39 ONG cambogiane, nel 2010 la maggioranza dei bambini coinvolti avevano tra i 13 e i 17 anni (nel 2007 l’età era 18-23 anni). Nei casi riportati dalle ONG le vittime solo donne, per il 56% tra i 7 e i 17 anni. Tuttavia la ricerca mette in luce anche un altro fenomeno: nel 77% dei casi analizzati sono proprio le donne ad avere un ruolo chiave nel reclutamento delle vittime, sia sul fronte del traffico di persone che su quello del reclutamento per lo sfruttamento sessuale.

I dati sullo sfruttamento sessuale delinea un profilo delle vittime: donne di circa vent’anni che nel 53,8 % dei casi accettano di prostituirsi per povertà e nel 30,8% dei casi per ripagare un debito. Reclutate per lavorare nei bordelli, come ragazze karaoke o nei saloni di massaggi, le ragazze sono generalmente analfabete e provengono dalle aree rurali. Solo in rari casi gli sfruttatori sono denunciati e perseguiti legalmente ed è allarmante notare che l’80% delle vittime non ha alcun accesso alla tutela legale.

Alla vigilia delle partenze di agosto, Intervita ha sintetizzato in un decalogo le regole per denunciare i casi di sfruttamento sessuale infantile all’estero: dalla verifica della correttezza delle proposte dei tour operator fino alla segnalazione degli abusi alle autorità estere e italiane La legge italiana infatti consente di perseguire questi reati anche se commessi da italiani in viaggio all’estero. Il decalogo è scaricabile dal sito www.intervita.it.

Le visite degli italiani in Cambogia sono cresciute del 15,47% nel 2010. Dei 19.800 turisti italiani, il 62% erano uomini (dati del Ministero del turismo cambogiano).

Sostenere Intervita è semplice: basta accedere al sito www.intervita.it e seguire le indicazioni per donare (tramite versamento postale, bonifico bancario, carta di credito, paypal o RID) oppure chiamare il numero 848 883388.

 

Chi è Intervita

L’Associazione Intervita Onlus è presente in Italia dal 1999 con la sede di Milano. E’ un’organizzazione non governativa di cooperazione allo sviluppo, aconfessionale, apartitica e indipendente, che ha l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle fasce più deboli di popolazione nei paesi nel Sud del mondo. Per la realizzazione di progetti di sviluppo a medio e lungo termine Intervita Onlus opera con partner locali presenti nei Paesi del Sud del mondo. La peculiarità di Intervita Onlus è quella di realizzare progetti di sviluppo integrato: sceglie cioè di intervenire in zone con un alto indice di povertà dove, operando in diversi ambiti contemporaneamente (salute, istruzione, sicurezza alimentare, produzione, diritti dei bambini e delle donne, sostenibilità ambientale, partecipazione comunitaria), si propone di creare solide basi per uno sviluppo reale e duraturo delle comunità. Disponendo di team di professionisti in diversi settori, nel momento in cui si sono verificate catastrofi naturali nei paesi dove è presente, Intervita si è mobilitata per mettere a disposizione la propria esperienza nelle operazioni di primo soccorso e di ricostruzione, come in occasione dello tsunami che devastò la costa orientale dell’India nel dicembre del 2004 o dell’uragano Stan, che aveva colpito il Sud America e il Salvador nel 2005 e del ciclone Nargis in Myanmar nel maggio 2008.

Da dicembre 2010 Intervita Onlus aderisce all’Istituto Italiano della Donazione, che ne verifica annualmente i processi gestionali per l’uso chiaro e trasparente dei fondi raccolti.

DATI INTERVITA

42.000 sostenitori in Italia

800mila bambini, donne e uomini sostenuti da Intervita nelle comunità più povere del Sud del mondo

13 Paesi di intervento: Myanmar, Nepal, El Salvador, Nicaragua, Ecuador, Brasile, India, Cambogia, Filippine, Mali, Benin, Tanzania e Kenya.


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