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Travaglio vittima del metodo Travaglio

D'Avanzo su Repubblica ricostruisce le sue frequentazioni siciliane.

di Maramao

Marco Travaglio, il giornalista paladino del giustizialismo e ?portavoce” di un bel manipolo di magistrati, ora subisce l’effetto del suo stesso metodo.
È costretto a difendersi pubblicamente per un episodio circoscritto alla sua vita privata. Lo deve fare per forza dopo l’affondo di un altro giornalista della giudiziaria di razza, Giuseppe D’Avanzo di ?Repubblica “, che lo tira in ballo e lo strapazza per le sue vecchie e non dimenticate frequentazioni con personaggi poi condannati al processo per le «talpe» alla procura di Palermo. Nell’estate 2002 il giornalista con la sua famiglia, moglie e due figli, inizia ad andare in villeggiatura a Trabìa in compagnia di un noto sottufficiale della Guardia di Finanza, il maresciallo in forza alla Dia, Giuseppe Ciuro che poi verrà condannato anche in appello a quattro anni e sei mesi per violazione del sistema informatico della procura di Palermo e favoreggiamento dell’ingegner Michele Aiello, il «re delle cliniche» che a gennaio del 2008 è stato condannato in primo grado a 14 anni per associazione di stampo mafioso e truffa.
Insomma, come diceva Pietro Nenni ai giovani socialisti a un congresso del Psi: «A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura».
Già proprio così. Da 2000 anni non si registra più nessuna immacolata concezione e per i moralisti è un guaio.


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