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Ultimo estratto al bingo dello zio Sam

Si chiama Diversity Immigration Visa Program la grande tombola di Stato che decide 55 mila ingressi da tutto il mondo. Alla “Lotteria del visto” partecipano ogni anno in 8 milioni.

di Paolo Giovannelli

La signora Judith Schaefer, laureata a Philadelphia in giurisprudenza con uno studio nel cuore di Trastevere, racconta che un suo passaggio televisivo su un?emittente privata di Napoli nel corso di un programma di canzoni partenopee ha quasi causato la paralisi del locale consolato Usa. Al mattino dopo, gli uffici erano intasati da centinaia di persone. Ma la signora Schaefer non è una novella Angela Luce, né una discendente d’arte di Miranda Martino. «C’era così tanta confusione», ricorda, «che c’è stato bisogno dell’intervento dei carabinieri per riportare la circolazione alla normalità». Ma che cosa aveva detto la signora Schaefer, via etere, ai napoletani? Semplicemente aveva spiegato che tentare di realizzare il sogno di vivere per sempre in America e ottenere dunque l’agognata ?green card?, una sorta di permesso di soggiorno permanente, era esattamente come comprare un biglietto della lotteria e che era possibile provare a vincere l’America confidando nella dea bendata. Una notizia da infarto, soprattutto per i napoletani, con conseguente prevedibile ressa attorno alla locale rappresentanza statunitense, parificata a furor di popolo a un botteghino del Lotto che paga vincite miliardarie. In effetti la ?Lotteria? c’è ogni anno. Si chiama Diversity Immigrant Visa Program, un programma ufficiale sulla regolazione dei flussi migratori con cui il governo degli Stati Uniti mette a disposizione di tutto il mondo, ogni anno, circa 55 mila green cards. Il sistema è fondato su estrazione casuale tramite un computer che si trova a Portsmouth, nel New Hampshire. La green card dà diritto a vivere e a lavorare permanentemente negli Stati Uniti, partendo e rientrando quando e quanto si vuole. Si viene classificati come resident alien, terminologia apparentemente non troppo incoraggiante. Eppure i possessori di questo lasciapassare, che non comporta la rinuncia alla propria nazionalità, hanno diritto ad una serie di benefici scolastici, sanitari e finanziari messi a disposizione dei cittadini americani. Che c?entra, però, in tutto questo la signora Schaefer? E perché è interessata a informare gli altri sull?esistenza del Diversity Immigrant Visa Program? Nello spiegarlo, la signora parte da un dato: «Su circa 8 milioni di domande presentate ogni anno e provenienti da ogni parte del mondo, oltre 2 milioni e mezzo vengono scartate per vizi puramente di forma: mancano alcuni documenti, non va bene la foto, le dimensioni del foglio della domanda non sono quelle richieste dal National Visa Center americano e così via. La mia agenzia ?Usadomani? garantisce esclusivamente che la domanda per ottenere la green card sarà compilata correttamente e spedita alle autorità statunitensi esattamente nel periodo in cui deve essere ricevuta (che di solito è un solo mese all?anno ndr.) pena la sua invalidità. «Dopo», conclude, «è solo una questione di fortuna, visto che si tratta di una vera e propria lotteria, della quale però, ogni anno, è possibile acquistare un solo ?biglietto? a testa». Il lavoro di mrs. Schaefer, molto simile in fondo a quello di tante agenzie intermediare di pratiche auto, costa 70 mila lire per un singolo richiedente la green card, 100 per una famiglia, indipendentemente dal numero dei bambini. La signora Schaefer, che per la spedizione si affida ad uno spedizioniere giornaliero, assicura al proprio cliente la consegna del plico di documentazione con una ricevuta del servizio postale degli States. Ma chi sono i suoi clienti? «Ho iniziato a fare questo lavoro praticamente per gioco, aiutando i figli delle mie amiche romane che volevano andare a vivere stabilmente negli Usa. Poi sempre più italiani si sono rivolti a me e quest?anno inizio ad avere i primi clienti rumeni, albanesi, brasiliani, peruviani e marocchini». Avanti, dunque. Il Casinò dello Zio Sam è aperto, una volta all?anno per un mese, per tutti. Info: UsaDomani tel/fax 06.5835808 e-mail jude@usadomani.com L?Italia usa solo il 9% della quota Il Diversity Immigrant Visa Program è stato attivato circa dieci anni fa e voluto da Washington per regolare il flusso migratorio verso gli Stati Uniti. Per parteciparvi è necessario aver un curriculum di studio lungo almeno 12 anni (corrispondente più o meno alla high school a stelle e strisce), oppure dimostrare di aver iniziato a lavorare da almeno due anni. Tuttavia è ancora poco conosciuto: non tutti i Paesi usano al meglio la quota di green card che gli States mettono a disposizione ogni anno, Italia compresa. Secondo i dati del 1999, l’Italia, non avendo saputo sfruttare la quota-Paese di 3.500 visti potenzialmente attribuita ad ogni Stato, ?ha vinto? appena 294 visti. Nell’assegnazione casuale degli ingressi, gli americani hanno diviso il mondo in sei macro-regioni. L’Europa ha un proprio parco di green card, pari a circa 23 mila visti. Ogni anno, alcune nazioni restano ?al palo? ; ciò avviene per far partecipare quelle macro-regioni che hanno mandato negli Usa il minor numero di immigranti. Recentemente lo stop obbligatorio è toccato a Gran Bretagna, Polonia, Cina, India, Corea del Sud, Filippine e Vietnam.


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